Nomine: scivolone su trasparenza e pari opportunità
BERGAMO — Delle cinquantadue persone nominate dal sindaco Giorgio Gori nelle società o negli enti partecipati dal Comune di Bergamo solo 14 sono donne.
Mentre il governo Renzi spinge per le pari opportunità, Bergamo sembra far storia a sé, nonostante i proclami del centrosinistra.
E dire che il regolamento approvato dal consiglio comunale il 24 giugno scorso imporrebbe il rispetto delle pari opportunità. All’articolo 9 – che recepisce la normativa nazionale e non lascia spazio a discrezionalità – si legge: “Il sindaco deve garantire, di norma, un’adeguata presenza di entrambi i sessi”.
E’ pur vero che quel “di norma” pare l’ennesimo salvagente all’italiana. Tuttavia “di norma” dovrebbe significare “salvo casi eccezionali” che non ci pare di cogliere.
Sì perché scorrendo la lista delle nomine, si rileva una donna su cinque alla Fondazione Azzanelli Cedrelli, così come alla Gamec e a Bergamo Infrastrutture. Due su cinque in Atb. Addirittura una su nove alla Mia. E poi nessuna tra i componenti del collegio sindacale di Atb e di Bergamo Infrastrutture, dove peraltro varrebbe la stessa regola. Ci sono poi solo due donne su sette nei casi in cui il Comune sia tenuto a scegliere un solo componente. Infine, i servizi alla persona sono sbilanciati al contrario: con 6 posti su 7 per il gentil sesso.
Totale: 38 a 14 per i maschi. Troppo poco per parlare di pari opportunità.
Ma non solo. Dal nuovo regolamento adottato dall’amministrazione per la scelta dei nominati, è scomparso inspiegabilmente un comma dell’articolo 4. Quello che, nel regolamento precedente usato da Tentorio, faceva riferimento alla trasparenza della situazione patrimoniale dei prescelti.
Vi si leggeva: i nominati “devono altresì dichiarare la disponibilità ad esibire, su richiesta dell’Amministrazione, copia della dichiarazione dei redditi, ovvero del certificato attestante la corresponsione dei redditi da lavoro dipendente o assimilati, accompagnata da un’elencazione delle proprietà di altri redditi posseduti su beni immobili, mobili registrati, azioni o quote di società o enti commerciali”.
Ebbene, nel nuovo regolamento non c’è n’è traccia, con buona pace del diritto dei cittadini di avere informazioni su chi amministra la cosa pubblica.
Ecco il vecchio regolamento dell’amministrazione Tentorioregolamento_tentorio
Ecco invece il regolamento adottato dall’amministrazione Goriregolamento_gori