‘‘Ho apprezzato il primo via libera alla riforma della Costituzione, tuttavia la più grande riforma che può segnare il cambiamento è la garanzia dei diritti costituzionali. Il Paese è diviso, ci sono diritti costituzionali che non possono essere considerati diritti territoriali. Su sanità, mobilità, istruzione, assistenza non esiste la garanzia dei diritti. Ciò che vale a Venezia non vale a Reggio Calabria, i principi di uguaglianza già previsti dalla Costituzione non trovano applicazione concreta. È per questo che serve una riforma che metta gli italiani tutti sulla stessa linea di partenza e colmi il divario”.
Così il governatore della Campania Stefano Caldoro in un’intervista al Mattino. ”Il federalismo avrebbe dovuto realizzare una sana competitività e invece ha accresciuto le differenze”, dice Caldoro. “La perequazione, la suddivisione in maniera equa di risorse e oneri, avrebbe dovuto annullare le distanze. La legge è invece rimasta un foglio scritto, non è stata attuata”. ”Premesso che va assicurato il fabbisogno standard, il vero problema è il riequilibrio delle risorse. È questo il principio che va costituzionalmente garantito”, sottolinea il governatore campano. ”Già c’è ma va esplicitato in maniera più forte, netta. Così come si è messo in Costituzione il pareggio di bilancio perché lo ha chiesto l’Europa, così va rafforzato il concetto del riequilibrio della distribuzione delle risorse.L’attuale modello aumenta le distanze, si continua a privilegiare chi ha più soldi”.