Pari opportunità, scontro in Consiglio sulla commissione
Doveva essere una pratica innocua, quella della nomina delle venti componenti della nuova commissione pari opportunità, illustrata nell'aula del Consiglio dal vicesindaco Ilaria Vietina. Si è trasformata in una bagarre che ha ripercorso temi recenti e meno recenti sulla trasparenza dell'attività comunale, sulla presunta capacità e incapacità della giunta e dei presidenti delle commissioni, sulle velate o palesi minacce di querela a tutela dell'onorabilità dei sindaci.Tutto nasce, dopo l'esposzione dell'iter da parte del vicesindaco Ilaria Vietina, dal lungo j'accuse del capogruppo di Forza Italia Marco Martinelli sulla selezione dei nomi in esubero, nella sezione autocandidature, per la partecipazione alla commissione. Una selezione fatta sulla base di una serie di criteri (curriculum, età, nazionalità ed altri, indicati in sede di approvazione) e passata al vaglio di un'apposita commissione composta dal vicesindaco, dal presidente della commissione cultura Enrica Picchi, dalla consigliera di Sel Beatrice Piantini e dai rappresentanti dell'opposizione Monticelli e Martinelli.
“Ancora una volta - ha detto il capogruppo azzurro Marco Martinelli - è stata confermata l'inadeguatezza di chi ha presieduto la commissione pari opportunità, convocata solo ieri per oggi, e di chi presiede la commissione cultura che votava la pratica. Sembrava che l'iter si dovesse concludere in breve tempo dopo l'approvazione del regolamento. Si sono susseguiti a metà luglio una serie di convocazioni degli orari e nei modi più assurdi, tanto che sono andate a monte molte delle convocazioni. Si è arrivato a fine agosto con una riunione svolta alla fine di un consiglio comunale in cui è stata stabilità la modalità per la formazione di una graduatoria, con punteggi e criteri da attribuire. Poi si è arrivati al 20 settembre dove si arriva a una modifica del criterio dell'affidamentodel punteggio. Si arriva a oggi in cui ho richiesto la compilazione di un prospetto con la divisione dei vari gruppi di candidati perché fosse chiaro come si era arrivati alle decisioni”. “E ancora una volta - continua Martinelli - si è arrivati alla creazione di un vestito fatto su misura da coloro che hanno proposto la nascita della commissione, fatta di persone note con precedenti esperienze politiche in consiglio o nelle circoscrizioni nel Pd, o persone che si sono candidate nel Pd alle scorse elezioni o persone che sono parenti strettissimi di consiglieri comunali del Pd. Per conto mio avevo chiesto, per evitare discriminazioni, una votazione per sorteggio per non dare adito a dubbi o a discriminazioni. Ma questa cosa è stata bocciata dalla maggioranza della commissione che ha ritenuto opportuno procedere e andare avanti votandosi il suo schema e il suo prospettoconfezionato su misura per come era tornato più congeniale”. Martinelli propone, quindi, di cambiare il sistema della scelta per favorire quello del sorteggio.Le sue parole scatenano la reazione della maggioranza, che rigetta la ricostruzione. La consigliera di Sel, Beatrice Piantini, respinge “l'ipotesi del complotto, presentata dal consigliere Martinelli, visto che si tratta di una commissione gratuita, per la cui formazione sono state seguite, con difficoltà e un lavoro lungo e meticoloso, regole e criteri stabiliti nel regolamento. Martinelli, dunque, ritiri l'accusa di inadeguatezza nei confronti di chi ha portato avanti questo lavoro”. “Sono inaccettabili - chiosa il consigliere del Pd, Renato Bonturi - gli atteggiamenti prevenuti da parte del consigliere, definiti in partenza su qualunque tema venga affrontato per motivi di polemica politica”. Il livello di scontro si alza e coinvolge ancora Martinelli ma anche vicesindaco e sindaco, che si lanciano reciproche accuse, con il tentativo del presidente del Consiglio, Matteo Garzella, di stemperare i toni.Da una parte Martinelli stigmatizza la volontà di zittire levoci in dissenso: “Si vogliono zittire quelli che rompono le uova nel paniere e vogliono evidenziare e mettere alla luce le varie situazioni che si sono verificate anche in passato e poco chiare e si additano di voler partecipare solo per fare critiche e ostruzionismo. Non è così e voglio essere libero di dire che ci sono delle cose che non si sono svolte in maniera trasparente e si sono costruiti meccanismi tali da far passare chi si intendeva far passare”. Affermazioni che scatenano la risposta del vicesindaco Vietina: “Non posso far passare - ha detto - le gravi accuse rivolte sulla gestione di questo processo. Si tratta di affermazioni offensive e diffamatorie più volte ripetute nei miei confronti. Ma non creda che il consigliere Martinelli che il mio modo rispettoso e pacato corrisponda a una totale sottovalutazione di quanto detto. Siccome le affermazioni si sono più volte ripetute lo invito a non ripetere questa affermazioni e la mia intenzione di non entrare nel merito adesso non significa che non ne verranno valutate tutte le conseguenze. Questo è un modo contorto, distorto e colpevole di interpretare la vita politica della città”. Il presidente del Consiglio cerca di frenare la polemica, invitando i consiglieri e gli esponenti di giunta a mantenersi su temi politico amministrativi senza entrare nel personale. Ma è lo stesso sindaco a rincarare la dose, smentendo anche il “suo” presidente dell'assise: “Non si può continuare a dire che si sono fatte le cose a misura di qualcuno - dice - cosa che sarebbe atteggiamenti penalmente perseguibile in altri contesti. Raccomando di proseguire con questi toni e con questi atteggiamenti, per evitare in futuro spiacevoli conseguenze, perché ognuno ha la sua onorabilità. La correttezza delle persone non può essere messa in ballo in maniera errata in questa maniera”.Prima del voto, che arriva a larga maggioranza, arriva anche l'ultima replica di Martinelli, che rimanda a un consiglio comunale infuocato di inizio consiliatura: “Mi stupisce - chiude Martinelli - che questa paternale arrivi dal sindaco. Proprio lui che in una occasione si è alzato dal suo banco per venire contro di me in consiglio comunale puntando il dito ed arrivando quasi ad alzare le mani. E mi sorprende che si minaccino velatamente azioni di qualche tipo laddove noi in quella occasione saremmo stati legittimati a farlo. E non lo abbiamo fatto perché noi perseguiamo principalmente la volontà di portare avanti la nostra azione politica e i nostri obiettivi”.