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l'Italia migliora grazie alle ministre ma è ultima in Europa e peggiore del Bangladesh (VIDEO)

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

Un Parlamento più femminile e un maggiore numero di donne al governo hanno contribuito a migliorare, seppure di un soffio, la posizione dell'Italia nell'indice "Gender Gap" 2014 pubblicato dal World Economic Forum. Dal 71mo posto le italiane arrivano al 69mo su 139, ma è comunque un disastro.

Perché nella classifica mondiale rimaniamo dietro il Bangladesh, il Kirghizistan e il Magadascar - per citare soltanto alcuni dei Paesi che presentano una migliore distribuzione del potere economico e politico tra uomini e donne - mentre in Europa siamo semplicemente ultime nella partecipazione economica e sulle opportunità. Insomma, più vicine alle donne siriane e yemenite - ultime della lista insieme alle pakistane - che alle islandesi, al vertice assoluto con finlandesi, norvegesi, svedesi e danesi. Sorprendenti il Nicaragua e il Rwanda, che conquistano rispettivamente il sesto e settimo posto.

Eppure negli ultimi anni l'Italia ha fatto passi da gigante: nel 2006 la penisola era al 77esimo posto e nel 2007 addirittura all'84simo. L'anno migliore è stato il 2008, quando è arrivata al 67esimo posto, ma poi la crisi si è fatta sentire anche nel 'gender gap'.

La mappa del World Economic Forum. Più scuro è il colore, più avanzato è il Paese nelle pari opportunitàimage

In particolare le italiane risultano al 129mo posto per l'uguaglianza salariale per il medesimo lavoro, nel senso che laddove un uomo guadagna 40mila dollari l'anno, la donna con le stesse mansioni ne percepisce in media meno di 23mila. A sorpresa l'Italia negli ultimi 9 anni ha fatto passi indietro nella parità nell'istruzione: nel 2014 è solo 62esima contro il 27esimo posto del 2006 e nel 2013 era 65esima. A penalizzare il ranking è il calo nelle iscrizioni di bambine nella scuola primaria, mentre per la scuola secondaria e l'università l'Italia si conferma come molti altri Paesi al primo posto. È migliorata la parità di genere in termini di salute e durata della vita che vede la penisola al 70esimo posto dal 72esimo dello scorso anno e contro l'inquietante 95esimo del 2010.

Ma è nel potere politico che l'italia guadagna punti nelle pari opportunità. Il balzo è evidente: dal 72esimo posto del 2006, passando dall'80esimo del 2007, si arriva al 44esimo del 2013 fino al 37esimo di quest'anno. A dare la spinta è la composizione paritetica del governo Renzi, così come l'aumento delle donne elette in Parlamento nell'ultima tornata elettorale. A riequilibrare la bilancia del potere è però la casella sugli anni in cui una donna è stata capo dello Stato, visto che per l'italia il punteggio resta zero.

I numeri della disparità tra uomini e donne toccano tutti gli ambiti della vita pubblica e privata. Il tasso di disoccupazione femminile per le italiane è 11,9%, per gli italiani 9,9%. E sono le donne a sfruttare maggiormente il part-time (31,1% contro il 7,1% dei lavoratori maschi) perché tocca ancora a loro conciliare l'accudimento dei figli con il lavoro. E tocca alle donne anche la quota maggioritaria dei compiti domestici: 315 minuti contro i 91 spesi dai loro partner in casa. Le italiane usano meno internet (51% contro il 61% degli italiani) ma sono in maggioranza negli studi post-universitari (53% contro il 47%) e in generale si ammalano meno degli uomini.

Secondo il Wef resta molto ampia nel pianeta la disparità di genere delle opportunità lavorativa: in 9 anni si è solo ridotta del 4%, passando dal 56% al 60%. Di questo passo ci vorranno 81 anni per chiudere il divario e quindi per avere la parità nel posto di lavoro bisognerà aspettare il 2095.

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