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Amantea. La Consulta delle Pari Opportunità decisa nelle stanze. Ignorata la nostra richiesta di adesione

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Amantea. La Consulta delle Pari Opportunità decisa nelle stanze. Ignorata la nostra richiesta di adesione

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Carmela Franco - Centro Italiano Femminile Sezione di Amantea - 2014-11-20 06:57:15

Il Campus ora disponibile, ma a noi negato. Con grande interesse, seppure solo casualmente attraverso i siti on line, apprendiamo che ha preso vita la Consulta delle pari opportunità fra donna e uomo. Ne siamo felici com’è giusto che sia ma sentiamo la necessità e l’obbligo di lamentare un comportamento di questa amministrazione tutt’altro che paritario, assolutamente non trasparente e del tutto antidemocratico. La nomina dei componenti della Consulta, infatti, è stata decisa nel chiuso di qualche stanza del potere e con qualche telefonata, non solo senza condivisione e senza partecipazione, ma senza neppure il rispetto del regolamento (che noi abbiamo ma che non è ancora sul sito istituzionale del Comune di Amantea, approvato con Delibera del Consiglio Comunale n°69 del 21.11.2011) che, all’art. 6, così statuisce sulla composizione della Consulta: devono farne parte due consigliere comunali, una indicata dalla maggioranza ed una dalla minoranza, una dipendente comunale, una rappresentante dell’ASP, una dell’imprenditoria, una delle associazioni femminili, ed una delle organizzazioni sindacali.

 

(Consigliere di Maggioranza Giusi Osso - Presidente della Consulta delle Pari Opportunità - Amantea)

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Al sindaco è data facoltà di nomina diretta solo nel caso che le associazioni o l’Asp non inviino alcun nominativo. Ed invece in data 8 luglio con protocollo 11027, noi del Centro Italiano Femminile Sezione di Amantea, d’ora in poi CIF, avevamo già provveduto ad inviare apposito modulo di adesione, cercando di offrire anche gli input per una celere costituzione dal momento che le finalità descritte all’art.3 del regolamento combaciano perfettamente con quelle dei nostri fini istituzionali e associativi da Statuto nazionale, eppure nessuna convocazione, nessun avviso e nemmeno nessuna comunicazione di esclusione con un cenno di saluto.Un comportamento poco “paritario” oltre che poco educato, “ottimo auspicio” per una consulta che nasce con l’intento di abbattere le discriminazioni e che inizia proprio operandole. Ci risulta che anche la consigliera di minoranza sia stata scelta su chiamata diretta del sindaco, e non indicata dalla minoranza, e tutte le altre componenti non è dato sapere con quale criterio siano state scelte, alla faccia della trasparenza nella pubblica amministrazione, così come ci risulta che per eleggere la presidente Osso non vi sia stata alcuna votazione, ma una nomina o forse un’ “autonomina”.Ma andiamo con ordine, regolamento comunale della Consulta delle pari opportunità: Art.1 – In attuazione del principio di parità sancito dell’art.3 della Costituzione Italiana è istituita presso il Comune di Amantea la consulta delle pari opportunità per rimuovere gli ostacoli che di fatto limitano le opportunità di parità delle donne.Belle parole, ma i fatti sono diversi se non ostativi, tra le attività la consulta dovrebbe proporre il piano di azioni positive che di solito è triennale, ebbene sono due anni che noi del CIF non possiamo partecipare ai bandi della presidenza del consiglio dei ministri - dipartimento pari opportunità (circa 80.000 euro a progetto) perché il P.A.P. che non esiste. Art.2 – La Consulta ha sede presso il Palazzo Municipale, senonchè Sua Eccellenza il Sindaco D.ssa M.Sabatino, su richiesta della sua delegata all’educazione alla legalità D.ssa Giusy Osso, la trasferisce presso una delle stanze ala est del Campus intitolato all’ex Sindaco F.Tonnara, che sarebbe cosa buona se non fosse che, qualcuno forse se ne ricorderà, in data 17 dicembre 2013 con prot.n°20742 , periodo in cui l’attuale Sindaco era Presidente della Consulta, e recentemente in data 30 maggio 2014 con prot.n°9161, avevamo presentato domanda per avere la disponibilità di due stanze dove svolgere le nostre attività associative di presenza costante, quotidiana sul territorio.Tutto ciò con l’intento di accogliere e ascoltare i bisogni di tutti i cittadini, tutti i giorni della settimana, mattina e pomeriggio, e soprattutto delle persone vulnerabili come i nostri ragazzi e ragazze che passano il tempo per strada, alla mercè dei pericoli legati alla loro giovane età, alla loro solitudine e alla malavita organizzata.I nostri ragazzi e ragazze che guardano dal di fuori quelle stanze chiuse, anche in caso di pioggia, dove invece potrebbero trovare riparo e accoglienza e magari una persona saggia che li guidi nella giusta direzione e li distolga dal virus del pessimismo verso la vita e verso il prossimo che come un cancro maligno sta facendo metastasi nelle loro teste spegnendone ogni entusiasmo e vitalità e dire che ne hanno da vendere e che se ben indirizzati potrebbero dare molto a questa città ed al suo futuro…Ma per noi del Centro Italiano Femminile non c’era e non c’è posto, ma ce n’è per gli incontri della Consulta volti ad organizzare convegni sul femminicidio, in questa Amantea malata di “convegnite acuta” e che si spegne poco a poco… Riflettiamo su questo e sul fatto che non ne possiamo più di parole , manifestazioni e convegni che , per quanto importanti ed utili, rimangono sterili, divenendo addirittura fastidiosi se non ci sono poi azioni positive e concrete che affrontino la realtà della violenza e della discriminazione e dell'emergenza famiglia.Ora più che parlarne andiamo oltre e diamo a queste donne gli strumenti, creiamo gli spazi per uscirne, e partiamo da una sede dove cominciare a lavorare concretamente. E lo facciamo partendo da una raccolta firme, che avvieremo nei prossimi giorni ed alla quale vi chiediamo di partecipare, da solo il CIF non ce la fa: ha bisogno di voi, di tutte quante e di tutti quanti voi, aiutateci ed esprimete se vi va la vostra opinione.

 

(Carmela Franco - Centro Italiano Femminile Sezione di Amantea)

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