Salute, pari opportunità rispettate in assistenza diabete tipo 1
Roma, 5 mar. (askanews) - Nessuna disparità tra uomo e donna nel trattamento e nella qualità di cura complessivamente erogata per il diabete di tipo 1. Lo sostengono i dati del Rapporto "Le differenze di genere nel diabete di tipo 1", realizzato dal Gruppo Donna AMD - Associazione Medici Diabetologi e presentato oggi a Milano. Si tratta del primo rapporto interamente dedicato alle differenze uomo-donna nella popolazione con diabete di tipo 1 seguita da 320 centri di diabetologia di tutta Italia, il 50% circa di quelli attivi sul territorio nazionale, presentato a tre anni di distanza dalla pubblicazione dell'analogo documento dedicato al diabete di tipo 2. Si basa sulla più ampia casistica mai analizzata per il diabete di tipo 1: 28.802 pazienti (il 10% delle circa 300.000 persone con diabete 1 che il Ministero della salute stima esserci in Italia), di cui 13.094 donne e 15.708 uomini, una predominanza di persone di sesso maschile, quindi, il 54,5%, che trova riscontro nella realtà della malattia.
"I risultati che emergono dal documento sono in controtendenza rispetto al resto del mondo e alla letteratura dove si riscontrano differenze nel trattamento tra i due sessi e nella qualità di cura erogata - sostiene Antonio Ceriello, Presidente AMD - Questa rappresenta un'ulteriore prova dell'efficienza del sistema di cure per il diabete proprio dell'Italia, la rete dei servizi di diabetologia sul territorio".
Efficienza e parità di trattamento tra uomo e donna sono dimostrate attraverso specifici indicatori che permettono di valutare il processo di assistenza alla persona, oltre che a identificare possibili aree di intervento per migliorare gli esiti. Non emergono quindi differenze significative nei due sessi per ciò che riguarda la percentuale di pazienti che effettuano almeno una misurazione dell'emoglobina glicata nell'anno, che è significativamente elevata, superando in entrambi i sessi il 90%, a dimostrazione dell'attenzione dello specialista, in accordo con le raccomandazioni nazionali per la cura del diabete. Anche per quanto riguarda gli indicatori di processo più strettamente correlati con il profilo di rischio cardiovascolare si riscontra parità di trattamento: circa il 70% dei pazienti ha effettuato un controllo annuale del profilo lipidico e di quello pressorio. Una buona percentuale, anche se la rilevazione può essere ancora migliorabile, soprattutto se si considera il fatto che l'ipertensione arteriosa associata ad alterazioni del metabolismo glucidico raddoppia il rischio di eventi cardiovascolari nel sesso femminile. Lo stesso può dirsi dell'esame del fundus oculi per la valutazione della retinopatia, che è stato effettuato almeno nel 60% per entrambi i sessi e dello screening per la microalbuminuria, che valuta il danno renale, con percentuali di rilevazioni attorno al 50%. Il controllo del piede diabetico invece rappresenta una aspetto critico dell'assistenza, in quanto effettuato in meno di un quinto delle persone in entrambi i sessi.