Fritelli: "Provincia impegnata sul fronte delle pari opportunità"
06/03/2015h.15.40Hanno risposto in trenta, tra sindache, assessore e consigliere comunali, all’appello del Presidente della Provincia Filippo Fritelli, che in prossimità della Giornata internazionale della Donna ha chiamato tutte le amministratrici del Parmense a un confronto a tutto campo sul tema delle pari opportunità sul territorio provinciale. “La Provincia riformata mantiene tra le sue funzioni fondamentali la promozione delle pari opportunità e intende quindi proporsi come ente di coordinamento a servizio delle amministrazioni comunali – ha affermato il Presidente Fritelli – Intendiamo favorire un percorso fra le donne elette nel Parmense per condividere idee, competenze, scenari ed esperienze, magari attivando una rete permanente di amministratrici. Sappiamo che le donne mettono in politica quella passione in più che deriva dall’essersi guadagnate con maggior fatica la loro posizione.”Nell’occasione, la Consigliera regionale Roberta Mori, Presidente della Commissione Pari opportunità e diritti della Regione Emilia-Romagna, ha esposto i tratti salienti della recente legge regionale quadro per la parità e la discriminazione di genere (Lr 6/2014), di cui è stata relatrice. “L’obiettivo è la realizzazione di una democrazia paritaria – ha spiegato Mori – e la prima innovazione introdotta dalla legge è stata la doppia preferenza, per un uomo e per una donna, alle elezioni regionali, che ha raddoppiato il numero di consigliere nell’Assemblea regionale. Ma pensiamo anche a un riequilibrio della visibilità in campagna elettorale.” Molti i fronti aperti dalla legge: l’attivazione di progetti per valorizzare il rispetto delle differenze nelle scuole, una medicina di genere maggiormente attenta alle specificità del corpo femminile, la piena attuazione della Convenzione di Istanbul attraverso il Piano Triennale contro la violenza. Obiettivo puntato sulla comunicazione che veicola stereotipi sorpassati, ma anche su una misurazione concreta dei risultati dell’azione amministrativa su donne e uomini, col “Bilancio di genere”.La consigliera regionale Barbara Lori, già sindaco di Felino e ora componente la Commissione regionale Pari Opportunità, ha parlato di una nuova stagione delle amministratrici locali, ricca di potenzialità: “Negli ultimi anni siamo molto aumentate di numero, grazie a una rinnovata volontà delle donne di mettersi in gioco e all’aprirsi di nuovi spazi nelle amministrazioni – ha affermato – E ci sono ora sul territorio molte “buone prassi“ che possiamo mettere a sistema e condividere in una logica di sostegno e facilitazione. Di contro le nostre cittadine hanno pagato molto duramente la crisi e abbiamo dovuto affrontare anche problemi drammatici, come i femminicidi.”“Noi donne emiliane, con la nostra forte consapevolezza di genere, non dobbiamo dimenticare le “nuove cittadine” che vivono tra noi e che vedono qui messo in crisi i loro modelli, a volte con risvolti drammatici: devono avere i nostri stessi diritti, per poterci dire un Paese civile – ha ricordato Michela Canova sindaco di Colorno e Consigliera provinciale Delegata – Dobbiamo essere al loro fianco con i corsi di italiano, i momenti di socialità che coinvolgono i loro figli, non solo con i servizi sociali.”Orgogliosa di essere emiliano-romagnola e della storia delle donne che l’hanno preceduta, l’on Patrizia Maestri ha sottolineato il valore dell’8 marzo, occasione di incontro per ragionare su problemi concreti. “Oggi in Parlamento il 30% degli eletti è donna, grazie alla doppia preferenza, e nel Governo abbiamo il 50% di ministre, ma L’Italia è al 71° posto per parità di genere nel mondo – ha affermato – Le discriminazioni ci sono ancora, ad esempio su lavoro e previdenza. La bassa partecipazione delle donne al lavoro rende fragile la nostra economia: in Emilia – Romagna il 60% delle donne lavora, se arrivassimo alla stessa percentuale su base nazionale il Pil si alzerebbe del 6-7%”.L'on. Maestri ha poi evidenziato alcune luci e ombre del Job act, frutto di compromessi tra culture politiche diverse, che “da un lato allarga i permessi per la cura dei figli dai 6 ai 12 anni, introduce il bonus bebè e i permessi per le donne che subiscono abusi e violenze, ma con la parificazione dell’età pensionabile tra donne e uomini non riconosce il lavoro di cura femminile e non affronta il problema delle dimissioni in bianco”. Educazione di genere, violenza e impegno civile sono stati al centro degli interventi della amministratrici intervenute, che hanno portato le loro esperienze Patrizia Caselli consigliera del Comune di Collecchio, Cristina Merusi sindaco di Sala Baganza, Laura Cavandoli consigliera del Comune di Neviano Arduini, Alessia Frangipane assessora del Comune di Fidenza. Tutte hanno espresso la volontà di continuare il confronto.