Lavoro, Bellanova: conciliazione e pari opportunità convengono a lavoratrici e a imprese (24 giu 2015)
“Investire sul welfare aziendale, in particolare quello che fornisce strumenti per migliorare l’equilibrio vita-lavoro, si può e si deve. E dobbiamo farlo tenendo insieme l’impegno dello Stato e quello delle aziende a sperimentare percorsi, costruire reti, sviluppare progetti ed esperienze che rendano sempre più vantaggiosa l’adozione di misure di welfare aziendale. Per questo motivo destiniamo il 10 per cento del Fondo per il finanziamento di sgravi contributivi per incentivare la contrattazione di secondo livello, alla promozione della conciliazione tra lavoro e vita privata”. Così la sottosegretaria al Lavoro Teresa Bellanova, intervenuta oggi a Roma alla presentazione dei risultati del progetto “Modelli per la diffusione delle Pari Opportunità nelle imprese cooperative”, promosso dall’Alleanza delle Cooperative e da Cgil, Cisl e Uil. “Rafforzare la strada della conciliazione e del welfare accoglie e risponde alle esigenze delle lavoratrici e migliora il clima aziendale, con una ricaduta effettiva sulla riduzione dell’assenteismo e sull’aumento della produttività, come dimostra l’esperienza delle cooperative, realtà produttiva dimostratasi vitale anche negli anni della crisi e dove la presenza delle donne è ampia e qualificata”.
“Le stesse disparità retributive tra uomini e donne - dice ancora la sottosegretaria al Lavoro -sono spesso figlie non di una legislazione carente - la nostra strumentazione normativa, ancorché migliorabile, è moderna e avanzata - ma della mancanza di politiche concrete per la conciliazione. È paradossale che le donne italiane, spesso più qualificate, più flessibili, più aperte all’innovazione, restino escluse dal tessuto produttivo e professionale. In questo caso il nostro impegno punta ad estendere i diritti e a renderli concretamente esigibili da tutte le donne, che siano lavoratrici dipendenti o autonome. Il che vuol dire rendere più facile e più conveniente (l’importo passa da 300 a 600 euro) fare ricorso al voucher per pagare servizi di baby sitting o l’asilo nido se una neo mamma decide di rientrare subito al lavoro dopo la maternità obbligatoria; significa rendere strutturali misure come la possibilità - prevista dal decreto conciliazione del Jobs act - di usufruire del congedo parentale retribuito al 30 per cento fino a sei anni del figlio, e non più solo fino a tre, o del congedo non retribuito fino ai 12 anni, non più solo fino a 8. Vuol dire, in sostanza - conclude Bellanova -, dare alle imprese le flessibilità utili a crescere e alle donne strumenti adeguati a entrare - e rimanere - nel mercato del lavoro”.