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Chiesa e gay, centro Pari opportunità: «Importante apertura del cardinale Bassetti»

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

Dopo le dichiarazioni del porporato perugino e la risposta di Arcigay arriva il messaggio di Albanesi: «Preoccupante clima di intolleranza»

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Cardinale Gualtiero Bassetti, foto Fabrizio Troccoli

di M.T.

Continua a determinare effetti, in termini di riflessioni e risposte, la dichiarazione del cardinale Gualtiero Bassetti, intervistato da Umbria24, in sesclusiva, dal Sinodo, sul tema del rapporto tra Chiesa e ‘omosessuali’. Argomento che oltre a caratterizzare i lavori sinodali ha aperto una breccia anche in Umbria dove, da tempo, sono accesi i riflettori non soltanto per episodi di cronaca.

Perugia Canto e controcanto, si registrano sia nel capoluogo, tra maggioranza e opposizione, particolarmente per la scelta compiuta dal sindaco di non accettare il matrimonio contratto all’estero di una coppia omosessuale, sia in un contesto più ampio che vede la co-presidente di Omphalos Arcigay, bersaglio di minacce via posta. La stessa presidente che ha risposto al cardinale il giorno stesso della pubblicazione della sua intervista apprezzando «il segno pacato di apertura», contestando tuttavia l’assenza di presa di distanza rispetto a certe «sette» di puro stampo omofobo.

«Apertura» Dopo un tam tam mediatico che, dal web si è spostato alla televisione, attraversando anche agenzie di stampa e radio nazionali, giunge, lunedì mattina, anche la presa di posizione del centro Pari opportunità dell’Umbria. «Le parole espresse di recente dal cardinale di Perugia, Gualtiero Bassetti, sono un significativo segnale di apertura nei confronti delle persone omosessuali, tanto più che tale gesto di pacatezza e di buon senso fa seguito al grave episodio, avvenuto alcuni giorni fa, di minacce e insulti ai danni di Patrizia Stefani, co-presidente di ‘Omphalos arcigay arcilesbica’ di Perugia, alla quale vorrei esprimere la mia piena solidarietà in qualità di presidente del centro Pari opportunità della Regione Umbria»: così scrive in una nota, Daniela Albanesi.

La nota «Questo vile gesto, che purtroppo non è isolato neanche nella nostra regione, nei confronti di chi si batte quotidianamente, in maniera pacifica, per il riconoscimento dei propri diritti di cittadini/e e persone – prosegue Albanesi – testimonia un preoccupante clima di intolleranza, che non deve essere sottovalutato. Appare necessario insistere, oggi più che mai, su un cambiamento reale della nostra società nella direzione della prevenzione e del contrasto di ogni forma di discriminazione e violenza fondata sul mancato riconoscimento delle differenze: tale cambiamento è possibile solo attraverso la messa in campo di strumenti adeguati sul piano normativo e di un lavoro costante sul piano culturale. In questo senso – conclude Albanesi – ritengo che la diffusione di tale clima di odio e le striscianti campagne di ‘disinformazione’, anche esse sempre più agguerrite, che mirano a contrastare l’inserimento nelle scuole di progetti educativi volti al superamento degli stereotipi, alla prevenzione delle violenze di genere, al riconoscimento delle diversità, siano due facce della stessa medaglia: l’incapacità di riconoscere e accogliere la differenza e le differenze come un valore che informa la personalità e la vita di ciascun essere vivente, piuttosto che come una minaccia da cui difendersi».

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