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"Sofferenza mentale, pari opportunità e rispetto"

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

"Comunque lo si voglia liberamente giudicare, e indipendentemente dalle valutazioni artistiche, lo Psychiatric Circus (“Risate, paura, spettacolo, pazzia”), di stanza in questi giorni nel palazzo degli spettacoli e dello sport del Comune di Ravenna, stimola una riflessione non banale. E non soltanto per come è stato percepito dalle famiglie che ogni giorno si confrontano col disagio mentale" a intervenire sul dibattito innescato dallo spettacolo è Alvaro Ancisi in qualità di presidente dell'associazione Diritti civili Lista per Ravenna.

 

"Le associazioni ravennati che raccolgono e sostengono queste famiglie, “Ama la vita” e “Porte Aperte” - ricorda Ancisi - hanno osservato con amarezza che 'nessuno si permetterebbe di fare uno spettacolo comico sui malati di tumore o sui disabili in carrozzella'. Ed è vero che della malattia mentale si continua a ridere sulla base dei preconcetti, duri a morire, dei matti imprevedibili, stravaganti, pericolosi, incurabili. 'Da manicomio', insomma.

La risposta della società non può essere però il divieto di ironia, irrisione o stereotipo. Bensì l’impegno delle istituzioni e della società affinché le pari opportunità, che vogliono anche dire riconoscimento a tutti del diritto alla salute, compreso il rispetto dovuto ad ogni malattia, si affermino, pur se poco di moda, anche sulle sofferenze mentali".

Prosegue Ancisi: "Dieci anni fa organizzammo, come associazione onlus “Diritti civili Lista per Ravenna”, un convegno molto partecipato e riuscito sullo: 'Sconosciuto diritto alla salute mentale', che ebbe come relatori Sergio Zavoli, col suo filmato: “I Giardini di Abele”, il direttore generale dell’Ausl di Ravenna e i direttori dei dipartimenti di salute mentale di Ravenna e di Trieste (città questa antesignana, sull’insegnamento di Franco Basaglia, della riforma psichiatrica), nonché il presidente di Porte Aperte stessa. L’aggettivo “sconosciuto”, riferito alla salute mentale, segnalava, nella consapevolezza che la mente può anche guarire, o almeno essere sollevata, dalle sue malattie, la necessità di:

  1. adeguare, alla luce della legge Basaglia, la rete dei servizi pubblici locali alle esigenze dei malati mentali, tramite interventi integrati sanitari di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, socializzazione, formazione e avviamento al lavoro;
  2. sollecitare una presa di coscienza sociale e collettiva sull’urgenza di riconoscere questo diritto.

Sul primo punto, il convegno seminò stimoli e proposte da cui sono venute risposte innovative, fattive e di qualità dal Dipartimento di salute mentale dell’AUSL di Ravenna in collegamento col territorio. Le associazioni lo hanno riconosciuto. Il secondo punto marcia di pari passo, ma la strada è anche più lunga e difficile, perché deve entrare nell’anima della gente. È sempre vero quello che ponemmo a rappresentazione simbolica del convegno: 'Abbiamo liberato tante persone dalla violenza dei manicomi, ma anche il problema della malattia mentale rimarrà insoluto finché non verrà riconosciuta e affermata per tutti, malati e sani, la dignità che spetta, semplicemente, ad un uomo' (Franco Basaglia)".

 

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