Chi dice donna dice...pari opportunità
L’articolo del mese di marzo della Rubrica Lu.C.A.Do. non poteva che trattare la festa della donna.
Spesso questo mese è l’occasione per molte associazioni di organizzare numerose iniziative a favore delle donne per sensibilizzare la comunità alle pari opportunità per il genere femminile.
Intanto facciamo un preambolo sull’origine e il significato di questa festa, che ha cadenza l’8 marzo, per ricordare le 129 operaie dell’industria tessile Cotton di New York morte nel 1908. Queste donne, nei giorni precedenti all’8 marzo, iniziarono uno sciopero per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. L’8 marzo Mr. Johnson, il proprietario dell’industria, bloccò le porte per impedire alle donne di uscire. Durante la protesta venne dato fuoco alla fabbrica e le operaie morirono bruciate vive.
L’istituzione della giornata della donna nella ricorrenza di una tragedia simile permette di valorizzare la morte di quelle donne per rivendicare i diritti, il riconoscimento della parità con l’uomo in ogni aspetto della vita sociale ed economica delle donne, ma, come ogni festività, il consumismo sta cedendo il posto ai valori.
Si aspetta la festa della donna per regalare le mimose, per prenotare in un bel ristorante, per scambiarsi regali tra amiche, per ballare, per trasgredire; la festa delle donne si è trasformata in una serata diversa, in cui evadere, da trascorrere tra donne e basta….e il giorno dopo?
Il giorno dopo torna tutto come prima, come se questa serata non ci fosse mai stata.
Come spieghereste questa festa ai vostri bambini?
Il significato di questa festa ha subito un radicale mutamento e si è in parte dimenticato di riflettere sul fatto che la libertà che oggi la donna possiede, non è la libertà che ha sempre avuto, i diritti e le opportunità attuali non sono sempre stati così e in molte parti del mondo sono oggi ancora completamente negati alle bambine e alle donne. Molte donne hanno lottato, lottano e lotteranno negli anni per raggiungere dei traguardi civili.
Allora quale è la giusta riflessione da fare?
Risaliamo alla parola latina domina, discendente diretta di domus, “casa”. Domina, quindi, ebbe in origine il significato di “signora, padrona della casa”, concetto usuale nella maggior parte delle nostre famiglie, in quanto è la donna che gestisce il focolare domestico e la cura e l’educazione dei figli. Nonostante ciò, negli anni questa etimologia ha dato origine ad un pregiudizio culturale secondo il quale la donna non è in grado di svolgere le stesse mansioni dell’uomo e che il suo “posto” sia solo in casa e in quanto tale battezzata come “essere inferiore” o meglio definita “il sesso debole”.
Premesso che non esistono differenze biologiche che determinano delle differenze cognitive tra uomo e donna, vogliamo riflettere sulla realtà che ogni uomo e donna, in quanto ESSERE UMANI hanno pari dignità e PARITA’ non significa sciocca equivalenza, bensì valorizzazione delle pari opportunità di cui ciascun essere umano dovrebbe aver diritto.
La normativa europea definisce il principio di pari opportunità come l’assenza di ostacoli alla partecipazione economica, politica e sociale di qualsiasi individuo per ragioni connesse al genere, religione e convinzioni personali, razza e origine etnica, disabilità, età e orientamento sessuale.
Sebbene le disparità siano tuttora presenti, negli ultimi decenni l’UE ha compiuto notevoli passi avanti verso l’uguaglianza fra i sessi, grazie in particolare alla legislazione varata in questo campo, all’inserimento della tematica della parità nelle varie politiche dell’UE e all’adozione di misure specifiche per l’emancipazione femminile. Alla parità tra uomo e donna è dedicato un ampio corpus legislativo europeo, composto in particolare da diverse disposizioni e da direttive riguardanti l’accesso all’occupazione, la parità retributiva, la protezione della maternità, il congedo parentale, la sicurezza sociale, specie in ambito lavorativo, l’onere della prova nei casi di discriminazione e il lavoro autonomo.
Ma resta invariato il dato che molte donne hanno la percezione di essere svantaggiate in quanto donne, soprattutto in ambito lavorativo e anche familiare, in quanto si reputano meno libere, poiché devono conciliare più cose contemporaneamente, come la gestione della casa, dei figli e del lavoro e questo riduce il tempo investito per se stesse, mentre gli uomini affermano che i vantaggi dell’essere donna sono rappresentati dalla possibilità di vivere l’esperienza della gravidanza, di trascorrere maggior tempo con i figli e di avere più tutele legali.
Le pari opportunità saranno tra le tematiche che affronteremo nell’evento organizzato dalla Libreria Mondadori di Lucera, in collaborazione con il team del progetto Lu.C.A.Do., l’8 marzo alle ore 19 presso la sede di Via G. Bovio n.35. Attraverso delle letture e la mostra fotografica “Giù le mani”, parleremo di donne, le cui storie ci daranno la possibilità di riflettere e di confrontarci sull’identità femminile…. Vi aspettiamo numerosi!