Ieri sera l'approvazione del documento presentato dal consigliere Masia. Assente l'assessore competente.
La Spezia - "È un giorno di festa per tanti, oggi. Per chi si sente finalmente riconosciuto. Per chi vede dopo anni che gli vengono restituiti diritti talmente civili da non aver bisogno di altri aggettivi Per chi stanotte ha fatto fatica a prendere sonno, per chi da giorni ci scrive chiedendo dove festeggiare, per chi semplicemente non sta più nella pelle. È un giorno di festa per tanti, oggi. Perché le leggi sono fatte per le persone, non per le ideologie. Per chi ama, non per chi proclama. Scriviamo un’altra pagina importante dell’Italia che vogliamo. Lo facciamo mettendo la fiducia perché non erano possibili ulteriori ritardi dopo anni di tentativi falliti. Lo facciamo con umiltà e coraggio. Ma lo facciamo adesso perché in Italia non è più possibile continuare a rinviare tutto". Così il premier Matteo Renzi accompagna dalla sua pagina Facebook la dicussione alla Camera del disegno di legge Cirinnà, dal quale il Senato aveva stralciato la stepchild adoption e l'obbligo di fedeltà nelle coppie di fatto e nelle unioni civili. Dopo settimane di dibattito in occasione dell'approvazione da parte di Palazzo Madama della nuova normativa anche nei giorni scorsi le critiche e gli interventi a sostegno dell'operato del governo sono piovute numerose.La Cei, in particolare, ha stigmatizzato il ricorso alla fiducia, definendolo "una sconfitta per tutti".La replica è arrivata dal ministro della Giustizia, lo spezzino Andrea Orlando: "Ho rispetto per la Cei ma ritengo quella scelta necessaria e anche un po’ tardiva rispetto a ciò che si è sviluppato nel tempo nella società e a diritti che da troppo tempo chiedono un riconoscimento, e da ministro della Giustizia aggiungo che da anni la Corte di Strasburgo ci segnala che categorie di cittadini non hanno un riconoscimento per legge dei propri diritti".Tra questa sera e domani la Camera voterà il ddl Cirinnà che, a meno di clamorosi colpi di scena, sarà approvato, colmando così un annoso vuoto normativo.Ieri sera, in piccolo, la discussione sulle unioni civili si è sviluppata anche nell'aula del consiglio comunale, dove era in discussione la mozione contro l'omofobia presentata dal Roberto Masia.Mentre il presentatore del documento chiedeva di "superare il medioevo" incassando anche l'appoggio di Edmondo Bucchioni di Rifondazione comunista, dal centrodestra Maria Grazia Frijia e Gian Carlo Di Vizia presentavano una mozione parallela. Di fronte a una ventina di persone del pubblico composto prevalentemente da attivisti e attiviste della Rete anti omofobia e transfobia spezzina, il consigliere Luigi De Luca è intervenuto per sostenere che l'argomento all'ordine del giorno non era una reale urgenza per la città, al contrario delle violenze che subiscono donne e bambini, mentre Pietro Antonio Cimino ha ricordato le aperture del papa nei confronti del mondo Lgbt.Quando la parola è passata ai banchi dell'amministrazione, al posto di Patrizia Saccone, l'assessore alle Pari opportunità inspiegabilmente assente alla seduta, ad intervenire è stata la collega Alice Parodi, da tempo attiva sul fronte dei diritti civili."Ringrazio Masia per aver sottoposto all'attenzione di noi tutti la lotta e la prevenzione all'omofobia e alla transfobia. Nel rispetto degli intendimenti alla base degli accordi nazionali e internazionali, ma soprattutto dei principi della nostra Costituzione - ha detto Parodi - l'amministrazione intende avviare politiche per favorire l'inclusione sociale delle persone omosessuali e transessuali".La mozione - che impegna il sindaco e la giunta "ad aderire alla "Rete antidiscriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere delle Pubbliche Amministrazioni" e a promuovere e/o realizzare, anche in coordinamento con le associazioni delle persone omosessuali, iniziative e progetti volti a: sensibilizzare l'opinione pubblica ad una cultura delle differenze ed alla condanna di una mentalità omofobica; prevenire nelle scuole il bullismo ed, in particolare, quello basato sull'omofobia; celebrare la "Giornata internazionale contro l'omofobia" (International Day Against Homophobia) il 17 maggio di ogni anno e in tutte le ricorrenze istituzionali - è stata approvata con 21 favorevoli, quelli della maggioranza più quelli del Movimento cinque stelle, di Rifondazione comunista e della lista "Per la nostra città", e i 7 contrari del centrodestra.
Mercoledì 11 maggio 2016 alle 15:57:43
TH.D.L.
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