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lavocedeltrentino.it - Diritti e pari opportunità: cosa ce ne facciamo dell'Autonomia?

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

Lunedì, 13 Giugno 2016 10:05

L'Autonomia di questo territorio dovrebbe poter essere possibilità di guardare avanti, occasione di sperimentazione, ma purtroppo ci ritroviamo, al contrario, relegati ad essere fanalino di coda nel terreno dei diritti e delle pari opportunità.

In tutti i Comuni italiani, nelle ultime elezioni amministrative, si è votato con due preferenze: una donna e un uomo. In Trentino, no. La legge elettorale dei comuni “speciali” non lo prevede, anzi nella Regione Trentino Alto Adige, quel poco che c’era è stato corretto al ribasso. Sul fronte provinciale, stiamo aspettando la discussione della proposta di legge Maestri-Bezzi, su cui già aleggiano timori di annacquamento. Perché riformare la legge mantenendo la terza preferenza, anziché introdurre la doppia preferenza di genere secca e magari con liste al 40/60 anziché al 50/50, significa fare una riforma pro forma ma senza reale efficacia. Un trucchetto per poter dire che qualcosa è stato fatto, ma sapendo bene che questo non cambierà davvero le cose.

In Italia è stata approvata una legge che finalmente riconosce le unioni civili e ci si propone di contrastare l’omofobia e il bullismo con l’educazione, la conoscenza e il rispetto. E in Trentino? Nelle nostre scuole, i percorsi educativi sull’identità di genere e sessuale saranno materie facoltative.

Si può considerare opzionale l'educazione al rispetto delle persone? È segno di civiltà poter scegliere o meno di educare i propri figli al dialogo e al rispetto delle differenze? Perché di questo si tratta, questo sta a significare l'accordo raggiunto per l'approvazione della nuova legge sulla scuola. Siamo arrivati al punto che educare all'uguaglianza tra tutti i cittadini sia considerato “indottrinamento e propaganda”; queste le parole utilizzate per motivare l'accordo raggiunto. Vuol dire che abbiamo perso la bussola, che si siamo smarriti.

Nei principi fondamentali della Costituzione italiana si afferma chiaramente, nell'articolo 3, che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Ma non solo, si afferma anche che “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” Forse che la Provincia autonoma di Trento si sente esclusa da questo compito?

È ormai assodato, come insegnano le pratiche e i pensieri della differenza e come ribadisce chiaramente la Convenzione di Istanbul negli articoli 12 e 14, che per contrastare la discriminazione e la violenza maschile contro le donne è indispensabile una trasformazione culturale radicale che passa necessariamente dall'educazione di genere e all'affettività. Allo stesso modo, se si vuole riconoscere piena cittadinanza a tutte persone, indipendentemente dal loro orientamento sessuale e dall'identità di genere, è necessario che di questo si parli nelle scuole.

Per l'affermazione di questa uguaglianza, le Costituenti, settant'anni fa, hanno lottato strenuamente, facendo inserire, grazie alla pervicacia di Teresa Mattei, la dicitura “di fatto” nel testo legislativo. Perché non basta che le leggi non prevedano discriminazioni in termini astratti, ma le devono combattere attivamente, promuovendo strumenti che realizzino, in modo concreto e reale, le possibilità di sviluppo della persona umana.

Questo non riguarda una parte della popolazione ma riguarda tutti.

Uno Stato, e una Provincia autonoma, che non si preoccupa di realizzare nei fatti l'uguaglianza sociale dei suoi cittadini, tradisce non solo la Costituzione, ma i valori che stanno alla base delle democrazie europee e della loro storia: libertà, uguaglianza e solidarietà. Nessuno escluso. 

Micol Cossali - Se Non Ora Quando - Trentino

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