Donne Pd: "La maggioranza non assicura le pari opportunità"
Riceviamo e pubblichiamo la nota a firma “Le Donne del Gruppo Democratico” di Gallarate.
Naturalmente ogni libera espressione di voto merita rispetto, e dunque rispettiamo il voto della maggioranza e di Longobardi che hanno votato favorevolmente alla delibera di Consiglio Comunale sulla costituzione delle commissioni senza inserire le “Pari opportunità” nella commissione welfare e, rispettiamo tutti coloro che ne condividono la scelta, senza aver colto un suggerimento importante di una minoranza “propositiva”.
Nel merito però, la questione è semplice ma non banale, non è solo un aspetto semantico o, per dirla con il linguaggio brutale di Cassani, una questione di “paroline”.
Le pari opportunità sono un “Principio giuridico”che vede l'impegno trasversale di tutte le forze politiche.
In diritto, in matematica e anche in politica la forma è sostanza, le parole hanno un peso. Per questo la chiusura arrogante della maggioranza ferisce, non tanto noi come donne di opposizione, ma tutte e tutti coloro che avvertono ancora nella loro esperienza quotidiana il peso della loro mancanza: le donne, nelle loro differenze salariali e nella conciliazione dei tempi casa lavoro, i giovani, sotto rappresentati nelle istituzioni o nel sindacato e penalizzati nel mondo del lavoro, le coppie di fatto, che faticosamente cercano di conquistare una dignità civile e politica, i disabili che quotidianamente affrontano una società poco inclusiva.
Ciò ci lascia perplesse soprattutto perché la promozione delle pari opportunità era nel programma elettorale anche del centro destra, come alcuni passaggi lasciano intendere:– i servizi per l’infanzia sono strumenti indispensabili per conciliare le esigenze familiari ed occupazionali dei genitori (conciliazione dei tempi lavorativi e parità tra uomo e donna);-una società può definirsi civile se svolge il proprio sguardo all’accoglimento di anziani e disabili, valorizzandoli per quanto ci hanno dato ed ancora possono donarci.
Dunque per valorizzare e dare un senso alle “paroline” si tratta non tanto di istituire una consulta specifica (di puro valore consultivo), quanto di dare concretezza alle intenzioni attribuendo formalmente le pari opportunità ai lavori di una commissione consiliare in quanto motore della macchina comunale perché da essa transitano le deliberazioni che vengono portate in Consiglio Comunale per l’esame preliminare.
Ci sembra proprio che questa volta si è persa l’occasione per dimostrare che il Sindaco, una volta insediato, diventa il rappresentante “di tutti i suoi cittadini”, rimuovendo pregiudizi connessi al genere, alla religione, alle convinzioni personali, alla disabilità, all’età all’orientamento sessuale e politico.
Per questo il PD è uscito dall’aula, perché il rifiuto della maggioranza offende tante concittadine e concittadini
Le Donne del Gruppo Democratico