Lo sfogo ai funerali - Suicida per i video hard online, la mamma: «La morte di Tiziana non sia vana» | italia
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Napoli - Un mediatico addio per Tiziana, la napoletana che si è tolta la vita perché perseguitata dopo un suo video hot finito in rete. Ieri c’erano quasi più operatori dell’informazione e rappresentanti delle forze dell’ordine che cittadini di Casalnuovo (Napoli) per i funerali della 31enne. Ieri la famiglia ha condannato la gogna mediatica e la Procura di Napoli ha deciso di indagare aprendo un fascicolo per istigazione al suicidio e acquisendo gli atti della causa civile che era stata intentata dalla donna l’anno scorso (quattro gli indagati). Dentro la chiesa di San Giacomo si sono ritrovate solo alcune decine di persone per salutare l’ultima vittima del cyber bullismo, una sorta di beffa se si pensa alla folla sterminata che ha distrutto la sua vita negli ultimi mesi.
Così come a molti era apparsa un’involontaria derisione anche la decisione di farle pagare le spese processuali (20mila euro) al termine della causa per costringere siti e social network a rimuovere il materiale che la riguardava, cioè quei filmini girati da un partner che erano finiti sui telefonini di cinque amici, trasformando una ripicca o un gioco in una tragedia. «È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso», ha detto ieri un’amica, aggiungendo: «In genere si dice che al danno si aggiunge la beffa, ma stavolta la beffa è che con quella sentenza il danno psicologico è stato aggravato dal danno economico».
Stravolta dal dolore la madre di Tiziana, la signora Maria Teresa Giglio, ha avuto un malore ed è stato necessario portarla a braccia. «Amore mio… amore mio…», ha ripetuto la donna prima di chiedere con forza: «Perché tutti si sono accaniti contro di lei? Perché? Mia figlia non meritava questo. Non ha mai tradito nessuno. Ne aveva passate tante. È capitata nelle mani di un bastardo che ha approfittato di lei». Un riferimento, quest’ultimo, diretto forse all’ex fidanzato della ragazza, contro il quale la signora si è scagliata con forza nei giorni scorsi («L’ha plagiata»), dopo aver ricordato che l’estrema fragilità della figlia era originata dal trauma dell’abbandono del padre in tenera età.
Alla cerimonia hanno preso parte pure Luigi Sarnataro, sindaco di Mugnano (il paese dove Tiziana era andata a vivere e dove si è tolta la vita impiccandosi con un foulard nel suo scantinato), il primo cittadino di Casalnuovo, Massimo Pelliccia, e l’assessore napoletano alle Pari opportunità Daniela Villani. All’uscita dal tempio la bara bianca è stata salutata da un applauso e dal lancio di palloncini, anch’essi bianchi. Dalla famiglia è arrivato anche un appello: «La morte di Tiziana non resti vana, ma serva invece a fermare questa violenza di massa». Gli ha fatto eco il parroco don Giuseppe Ravo: «Dobbiamo fare in modo che ci siano leggi in grado di tutelare le persone che non possono difendersi».
E mentre dai social e dalle tv le polemiche sul caso rimbalzano in tutta Italia - ieri si è dimesso il presidente del Corecom Marche perché il suo vice in un tweet aveva definito «vacca» la donna morta - all’esterno della chiesa una ragazzina si ferma a fotografare con lo smartphone il manifesto funebre («Un angelo dolce bellissimo e fragile è volato in cielo», si legge) e i commercianti della strada rialzano le loro saracinesche. Peccato che le avessero abbassate solo per una protesta contro il Comune per la viabilità nella zona.
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