LA GUIDA OPERATIVA PER L’USO DI UN LINGUAGGIO NON SESSISTA NEGLI ATTI COMUNALI: UNO STRUMENTO DI AFFERMAZIONE DELLE PARI OPPORTUNITÀ
Presentato il lavoro realizzato dall’ufficio Pari Opportunità in collaborazione con il Tavolo comunale delle Politiche di genere e il Comitato unico di garanzia
Siena. Riceviamo e pubblichiamo:”L’affermazione delle pari opportunità tra i generi passa anche dall’uso corretto del linguaggio. Questo il messaggio preponderante della conferenza stampa di stamani, tenutasi a Palazzo Berlinghieri, durante la quale l’assessora alle Pari Opportunità ha presentato la “Guida operativa per l’uso di un linguaggio amministrativo non sessista negli atti e nei documenti del Comune di Siena”: uno strumento di lavoro realizzato dall’ufficio Pari Opportunità e Politiche di genere in collaborazione con il gruppo “Stereotipi di genere e linguaggio” del Tavolo comunale delle Politiche di genere e il “Comitato unico di garanzia (CUG) per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni”, a beneficio del personale dipendente che potrà ricorrervi per l’attività di redazione degli atti e dei documenti dell’ente.
L’assessora ha sottolineato, a più riprese, come nel quadro dell’obiettivo più generale di favorire la parità e valorizzare le differenze tra i generi, si renda necessario intervenire anche sul linguaggio, ancora prevalentemente plasmato su un’impronta culturale connotata al maschile.
Una sensibilità che trova i propri riferimenti normativi in convenzioni, mozioni e risoluzioni delle Nazioni Unite e del Consiglio d’Europa, come il Trattato di Istanbul dell’11 maggio 2011, e in documenti di profilo nazionale come la direttiva del Consiglio dei Ministri del 27 marzo 1997 sulle “azioni volte a promuovere l’attribuzione di poteri e responsabilità alle donne” e la direttiva del Dipartimento delle Pari Opportunità e della Funzione Pubblica del 23 maggio 2007 sulle “misure per attuare parità e pari opportunità tra uomini e donne nelle amministrazioni pubbliche”.
Come hanno evidenziato all’unisono le referenti del CUG e del citato Tavolo, rispettivamente Daniela Peccianti e Bernardina Sani, nella redazione della Guida sono state messe a sistema le indicazioni di alcune delle più importanti pubblicazioni in materia, a partire da quella del 1987, a firma di Alma Sabatini, “Il sessismo nella lingua italiana”.
Dal punto di vista delle scelte linguistiche, sono tre le principali strategie da utilizzare negli atti e nei documenti amministrativi allo scopo di introdurre forme femminili e rivedere modi consolidati di esprimersi. La prima è quella dello sdoppiamento: ovvero, rendere visibile il genere esplicitando sia la forma maschile sia quella femminile, come nel caso di “consiglieri e consigliere”. La seconda, invece, tende a oscurare entrambi i generi, con il ricorso a parole astratte e neutre: “il personale dipendente” rispetto a “lavoratori”. La terza, infine, più residuale e riconducibile alla necessità stilistica di non appesantire eccessivamente il discorso, prevede l’uso del maschile plurale inclusivo, ma solo dopo aver specificato che i soggetti sono comunque sia uomini sia donne.
Dopo un breve excursus di natura pratica e operativa sull’utilizzo del genere grammaticale in riferimento a una o più persone, definite o meno, e sugli errori più frequenti nei documenti pubblici, nell’appendice finale la “Guida” offre anche un piccolo glossario che accompagna nella trasposizione dei termini dal genere maschile a quello femminile.
In collaborazione con il Centro culturale delle Donne “Mara Meoni”, a partire dal prossimo 22 novembre l’ufficio Pari Opportunità e Politiche di genere promuoverà appuntamenti formativi dedicati al personale comunale per favorire un nuovo approccio culturale nella redazione degli atti e dei documenti amministrativi.