Un quaderno contro le discriminazioni di genere in ambito sanitario
“Le persone Lgbt – l’acronimo che indica le persone con orientamenti sessuali diversi dal “solo eterosessuale”, ndr – sono prima di tutto persone, e in quanto tali con gli stessi diritti di tutela della salute e di benessere che si riconoscono alle persone eterosessuali”. È questo l’incipit del quaderno ‘Oltre gli stereotipi di genere – verso nuove relazioni di diagnosi e cura’, uno strumento ad uso dei professionisti della salute per rafforzare il tradizionale impegno profuso verso il benessere di tutte le persone. Si tratta della prima pubblicazione in materia nell’intera Regione, nata da un’idea redazionale di Annalisa Felletti, assessora alle Pari Opportunità del Comune di Ferrara.
Il tavolo di lavoro ha cominciato a riunirsi un anno fa, composto da professionisti dell’azienda Usl e dell’azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara, del Comune e del Centro Donna Giustizia, e ha coinvolto – “era doveroso, ma non scontato” – anche le associazioni Lgbt cittadine: Circomassimo, Arcigay, Arcilesbica, Famiglie Arcobaleno e Agedo. La pubblicazione ha incontrato poi la collaborazione dell’Ateneo cittadino e i patrocini della Assemblea Legislativa dell’Emilia Romagna e dei sindacati confederali Cgil e Uil, e oggi il vademecum si presenta alla città.
Le indicazioni nel quaderno fanno riferimento a direttive di organizzazioni mediche internazionali e conseguono ad una tutela costituzionale, quella sancita dall’articolo 32, circa “la tutela della salute come diritto dell’individuo e interesse della collettività”. Si tratta di una serie di “buone pratiche per un atteggiamento non giudicante nel contesto operatore sanitario – paziente”, spiega Felletti, “non si parla di un trattamento speciale ma si sottolinea la necessità di una assistenza sensibile alle differenze”. Nelle pagine del vademecum si promuove dunque un “atteggiamento consapevole dei pregiudizi, degli errori degli stereotipi” e si pone l’attenzione, soprattutto, sull’analisi del linguaggio: dal 1990 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito l’omosessualità come variante naturale del comportamento umano, ma ancora oggi è verosimile ipotizzare casi di stigmatizzazione o vera e propria avversione da parte dei professionisti sanitari – come suggerisce il report annuale dell’UE (FRA, 2015) – né si può garantire si utilizzino sempre “termini neutri e inclusivi nei colloqui con i pazienti”.
“Le parole sono importanti”, ricorda Manuela Macario (Circomassimo), e in una visione del mondo che dà per scontato che tutte le persone siano eterosessuali, “sono diverse le difficoltà cominciative che la persona con identità e orientamento sessuale diverso da quello corrente può trovare nell’accesso ai servizi sanitari, fino a non vedere rispettati e quindi soddisfatti i propri bisogni di salute”, si legge nel quaderno. E per sensibilizzare al tema tutte le professioni di cura del territorio provinciale, in un più ampio progetto di formazione ed educazione, al libretto si affiancherà il corso in programma per il 17 dicembre (ore 14.30-18 presso l’Aula 3 del Polo Didattico di Cona, con accreditamento Ecm e possibilità di iscrizione online al link: http://www.ospfe.it/per-la-formazione/edicola-formazione/gennaio-2017/oltre-gli-stereotipi-di-genere/modulo-per-l-iscrizione-a-corsi-e-convegni).
“Il rispetto delle differenze è la caratteristica di una società che si dica civile, e il quaderno suggerisce una adeguata relazione tra professionisti e i bisogni dei pazienti”, ricorda Eugenio Di Ruscio, direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliero Sanitaria. Un aspetto “umano, sociale e relazionale” al quale si affianca finalmente un piano di legge “in una rivoluzione copernicana che è stata quella del riconoscimento dei diritti delle persone Lgbt”, ricorda Macario.
Il progetto ferrarese, che riscuote lodi per “il metodo, un lavoro corale di rete e sintonia”, riceve il plauso anche dalla Regione: “una pubblicazione di portata innovativa che riguarda l’intera società”, evidenzia l’assessore regionale alle Pari Opportunità Emma Petitti, “e che testimonia la forza e la capacità di una città che porta nella quotidianità un impegno trasversale contro la discriminazione”.