«Il programma “Sui Generis” per discutere di stereotipi, pregiudizi e pari opportunità»
Leggendo con attenzione un articolo apparso stamane sulla testata Fasanolive (a firma di Massimo Vinale, leggi QUI) che già nel titolo (accattivante ed ammiccante per carità, volto presumibilmente ad attirare l’attenzione e acquisire qualche like in più) impone qualche riflessione. Appare quanto mai opportuno offrire delle delucidazioni entrando nel merito degli incontri organizzati da codesta Amministrazione ed afferenti al ciclo denominato (e non a caso) “Sui generis”.
Ma andiamo con ordine: un titolo, ci venga consentito, non proprio di buon gusto: pistolini, patatine e amministrazione. Un titolo fuori luogo perché vengono accostati al nome del primo cittadino e della Giunta tutta, termini che non ci appartengono e non fanno parte del linguaggio né politico ne personale di questa Amministrazione. Un titolo che, oltre a risultare semplicistico rispetto alla portata pedagogica e filosofica (che pure e stranamente all’interno dell’articolo poi si attribuisce agli incontri Sui generis), fa riflettere su pericolose derive e facili giudizi, nonché pre-giudizi per restare in tema.
L’articolo si riferisce ad un incontro tenuto presso la sala della biblioteca venerdì 12 maggio scorso sul tema: “Omosessualità: sfatiamo i pregiudizi”. Ospite dell’incontro un apprezzato ricercatore dell’università di Bari, Alessandro Taurino, docente di Psicologia Clinica presso il medesimo Ateneo. Durate l’incontro sono stati analizzati innanzitutto da un punto di vista squisitamente semantico (perché le parole, egregio direttore, hanno una enorme importanza nelle relazioni e purtroppo nella formazione di pregiudizi) una serie di termini, quali genere, sesso, omosessualità, genitorialità ecc. e poi da un punto di vista psicologico sociologico (perche noi, le persone, tutte le persone non vivono in un “Vuoto sociale”).
L’incontro è stato condotto dall’ospite con estremo garbo, ed eccellente preparazione tradotta nell’utilizzo di un linguaggio semplice ed estremamente chiaro, nonché “pulito” e privo di alcuna allusione. Nessun giudizio dunque, nessuna allusione appunto. Dispiace constatare che chi ha scritto l’articolo non fosse intervenuto all’incontro, dispiace in primis perché ha stravolto il senso dell’argomento (mai si è affermato che uomini e donne non si nasce ma si diventa) e poi perché contrariamente a quanto si afferma, un confronto vis a vis sarebbe stato un’interessante occasione di crescita reciproca, nonché un’opportunità di dialogo.
Vale la pena evidenziare che gli incontri “sui generis” vanno nella direzione di trattare argomenti attuali, reali e a volte anche scomodi, ponendo al centro il diritto delle persone (a qualsiasi gruppo queste appartengano). Il fatto di non parlare di certe questioni, certo non implica la cancellazione di reali e contingenti situazioni (a tal proposito sono circa 100.000 i bambini in famiglie omosessuali.) Ci si chiede se vogliamo far finta che non esistano. Eliminiamo la questione da un punto di vista concettuale e dunque reale? Non è così semplice e forse nemmeno giusto oltre che corretto.
Gli incontri “sui generis“ che l’assessorato alla cultura e quello alle pari opportunità portano avanti con convinzione vanno nella direzione di aprire dei confronti produttivi: abbiamo parlato dei pregiudizi nei confronti della donna, di femminicidio, omosessualità e tanti altri argomenti sono in cantiere. Anche qui va specificato che ogni volta intervengono scrittori, ricercatori, studiosi di comprovato e riconosciuto spessore, proprio per evitare di ricondurre tutto a “reazioni di pancia” pericolosissime e semplicistiche.
È stato anche somministrato un questionario a cerca un centinaio di partecipanti chiedendo loro di fare delle proposte su temi da trattare e anche a quello ci si attiene, ponendoci in posizione di ascolto e massima apertura, pur garantendo tatto, competenza e studio.
Dispiace leggere quanto pubblicato oggi nell’articolo a firma di Massimo Vinale, soprattutto perché non rispondente al vero. Auspichiamo altresì un confronto produttivo faccia a faccia magari nei prossimi appuntamenti (avendo la possibilità di seguirli “di prima mano” e sin dall’inizio).
Continueremo a proporre momenti di riflessione su temi che seppur spinosi per taluni, rappresentano di fatto delle realtà, la vita concreta della gente che è immersa in un universo fluido eppure tangibile. Continueremo a riflettere con competenza e garbo avvalendoci della collaborazione di studiosi che in maniera del tutto volontaria prestano il loro tempo ed il loro impegno per evitare che certi argomenti cadano nel dimenticatoio o vengano travisati o peggio strumentalizzati. Continueremo a parlare di quello che la gente e tutte le categorie di persone chiedono di trattare (con buona pace di chi ha scritto articolo su pistolini e patatine).
Continueremo a dar voce a tutti, nel rispetto di tutti. Questa è la prima e sola finalità degli incontri di confronto targati SUI GENERIS, che probabilmente vanno un pochino oltre ad argomenti appunto quali pistolini e patatine volgarmente richiamati nell’articolo cui si accennava.
Si approfitta per ringraziare tutti gli illustri ospiti (ricercatori, filosofi, pedagogisti e attori) che prestando il loro tempo e la loro professionalità rendono possibile che “collane“ quali SUI GENERIS possano esistere e continuare a re-sistere. Si ringraziano tutte le persone che in maniera oramai “affezionata” seguono con interesse questi incontri. Si ringrazia come assessore alle pari opportunità e alla cultura il sindaco per aver abbracciato questo progetto e dato fiducia totale a questa iniziativa che si spera possa continuare a crescere e magari contribuire a rompere qualche schema o pericolosa resistenza.
Come al solito le barriere sono tipiche di noi adulti, forse dovremmo prendere esempio dai più piccoli, dai bambini che in questa settimana in particolare questa amministrazione pone al centro, quei bambini che non hanno strutture sclerotizzate nelle quali purtroppo noi adulti rischiamo di essere ingabbiati.