Il Parlamento Ue vuole aiutare le madri sole
L’Unione europea deve fare di più per aiutare le madri single, una categoria in crescita costante nei paesi più industrializzati.
Le famiglie monoparentali, già particolarmente esposte alla precarietà del mondo del lavoro, sono state rese più vulnerabili per gli effetti della crisi economica. In una risoluzione approvata dal Parlamento europeo, si esprime la necessità di aiutare le madri sole nella ricerca di un alloggio, ad esempio conferendo priorità sulle liste di attesa per l’assegnazione di abitazioni. Tra i punti qualificanti, figurano anche agevolazioni fiscali, accesso alla formazione professionale e a borse di studio.
Le famiglie monoparentali sono formate, nell’85% dei casi, da donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni. Donne che, secondo le statistiche europee, guadagnano in media il 18% in meno degli uomini.
Secondo la relatrice Barbara Matera, vicepresidente della Commissione Diritti della donna e uguaglianza di genere, quella delle madri single è una categoria demografica di cui non si tiene sufficientemente conto: “Il problema delle donne sole non è considerato come una priorità nell’agenda dei politici di tutt’Europa. Io ritengo invece che i dati siano allarmanti. Tale numero di donne è in crescita, quindi l’Unione europea deve concentrarsi sulle iniziative di sostegno pratico da dare a queste donne”.
Caroline Bombassei de Vettor, leader del movimento Make Mothers Matter Europe, sostiene che, in una società come quella europea, dove la natalità è in calo, il ruolo delle madri deve essere sostenuto: “Bisogna rendersi conto che una madre, qualunque sia la sua professione, è una persona che svolge un compito importante ai fini della coesione sociale; è una persona che lavora per l’Europa di domani, che lavora per risolvere il problema demografico cruciale che sta vivendo l’Europa in questo momento”.
Il Parlamento europeo chiede che le misure predisposte a favore della madri sole siano estese anche ai padri che si trovino nelle stesse condizioni.
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