Infibulazione: apre a Berlino la prima clinica europea
L’impegno contro l’infibulazione nel mondo passa per Berlino: è nella capitale tedesca che è stata inaugurata la prima clinica europea per l’assistenza psico-fisica alle vittime di mutilazioni genitali femminili.
Il centro “fiore del deserto” è ospitato nell’ospedale berlinese Waldfriede, e la prima paziente ha ricordi ancora freschi di quello che le fu fatto molti anni fa, fino allo choc che la sua memoria ha invece cancellato:
“Quando accadde ero lì insieme ad altre tre ragazze, due erano un po’ più grandi. Lo fecero prima a loro e io ero lì nell’angolo e guardavo. Ricordo che vidi la ragazza che sanguinava. Provai a correre ma mi presero, e poi non ricordo. Non ricordo il dolore, forse ero svenuta, non so cosa sia successo. Non ricordo niente”.
La clinica è già operativa per gli interventi chirurgici, di ricostruzione plastica, ma anche per tutta l’assistenza psicologia necessaria non solo a superare quel passato, ma anche a riappropriarsi di una vita per molti aspetti diversa, fatta anche di un’altra conoscenza di sé.
“Fiore del deserto”, il nome della clinica, è anche il titolo del libro più conosciuto di Waris Dirie, ex modella austriaca di origini somale. Anche lei subì l’infibulazione, ne ha sempre parlato apertamente ed è da anni la principale testimonial.
“Oggi – spiega – vediamo queste donne soffrire. Soffrono quando fanno l’amore, soffrono quando partoriscono, soffrono per ogni cosa. E non capisco come si possa fare qualcosa del genere, nel nome di Dio, chiunque l’abbia fatto, è l’essere umano più crudele che possa esistere sul pianeta, ma la cosa peggiore è che oggi tutto questo continua”.
Tra la penisola arabica, alcuni Paesi del sud-est asiatico e soprattutto l’Africa, ma anche talora nelle comunità immigrate, l’infibulazione è già stata praticata su 140 milioni di donne. Una su quattro muore sul momento, o per conseguenze di lungo termine.
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