8 marzo, non solo mimose, ma anche diritti civili
Non solo mimose. La giornata internazionale della donna, che si festeggia ogni anno l’8 marzo, è stata istituita per ricordare da un lato le conquiste politiche, sociali ed economiche delle donne, dall’altro le discriminazioni e le violenze da loro subito nella storia. Basti pensare che, in media, in Europa ancora oggi, la donna guadagna in media il 16% in meno dei suoi colleghi maschi, anche se il divario si allarga in Europa meridionale.
Perché l’8 marzo?
Dopo la Seconda Guerra Mondiale si è a lungo ritenuto che ci si riferisse ad una tragedia accaduta nel 1908, che avrebbe avuto come protagoniste le operaie dell’industria tessile Cotton di New York, rimaste uccise da un incendio. In realtà questo fatto non è mai accaduto, e probabilmente è stato confuso con l’incendio di un altra fabbrica tessile della città, avvenuto nel 1911, dove morirono 146 pesone, tra le quali molte donne.
I motivi della scelta sono ascrivibili invece ad altre ragioni che cercheremo di riassumere.
Durante il VII Congresso della II Internazionale socialista, che si è svolto a Stoccarda dal 18 al 24 agosto 1907, si è discusso della questione femminile e del voto alle donne. I partiti socialisti si sono impegnati a lottare per introdurre il suffragio universale. Il 26 e 27 agosto 1907 si è svolta la Conferenza internazionale delle donne socialiste, durante la quale è stato istituito l’Ufficio di informazione delle donne socialiste e Clara Zetkin è stata eletta segretaria.
Compagni contro
I socialisti erano contrari all’alleanza con le femministe, considerate borghesi. Le donne non furono d’accordo. Nel febbraio 1908 la socialista Corinne Brown scrisse sulla rivista The Socialist Woman che il Congresso non aveva “alcun diritto di dettare alle donne socialiste come lavorare”. Il 3 maggio dello stesso anno sempre Corinne Brown presiedette la conferenza del Partito socialista a Chicago. Conferenza che venne ribattezzata “Woman’s Day” e durante la quale si parlò dello sfruttamento dei datori di lavoro nei confronti delle operaie, delle discriminazioni sessuali e del diritto di voto. Alla fine del 1908 il Partito socialista americano decise di dedicare l’ultima domenica del febbraio successivo all’organizzazione di una manifestazione per il voto alle donne.
Durante la seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste a Copenaghen, fra il 26 e 27 agosto 1910, le delegate scelsero di istituire una giornata internazionale dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne.
La prima volta
Fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, sono state organizzate molte altre giornate dedicate ai diritti delle donne. A San Pietroburgo, l’8 marzo 1917, le donne hanno manifestato per chiedere la fine della guerra. In seguito, durante la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, che si è svolta a Mosca il 14 giugno 1921, è stato stabilito che l’8 marzo fosse la Giornata internazionale dell’operaia.
E l’Italia?
La prima giornata dedicata alla donna si è svolta nel 1922. La data però, in quel caso, è stata il 12 marzo.
Nel settembre 1944 a Roma venne istituito l’UDI, Unione Donne Italiane, e si decise di celebrare il successivo 8 marzo la giornata della donna nelle zone liberate dell’Italia. Dal 1946 fu introdotta la mimosa come simbolo della ricorrenza. Solo negli anni Settanta però, almeno nella penisola, la cosa si venne istituzionalizzando per la nascita del movimento femminista. L’8 marzo 1972 in Piazza Campo de Fiori a Roma si svolse poi la manifestazione della festa della donna, durante la quale le donne chiesero anche la legalizzazione dell’aborto. Il 1975 è stato definito dalle Nazioni Unite come l’Anno Internazionale delle Donne e l’8 marzo in tutto il mondo i movimenti femministi hanno manifestato per ricordare l’importanza dell’uguaglianza dei diritti tra uomini e donne.