Lavori “da uomini”: così le donne arabe spezzano i tabù al Cairo
"Una donna non deve vergognarsi di fare nessun tipo di lavoro, a meno che non sia illegale"
Om Waleed fa la tassista. Una scelta coraggiosa, in Egitto, quella di spezzare un tabù e di sfidare una stigmatizzazione a volte anche violenta.
Om Waleed è la prima tassista donna del Cairo, una delle capitali arabe più congestionate. La sua abilità e la sua professionalità nel superare le difficoltà che comporta questa situazione le hanno guadagnato alla lunga un certo rispetto da parte dei colleghi uomini.
Ma non è sempre stato facile, racconta: “All’inizio ho avuto parecchi problemi con gli altri tassisti, perché erano sorpresi dalla presenza di una donna alla guida di un taxi, e mi dicevano: tu guidi un taxi? Che storia è? Ero frustrata e quando succedeva tornavo a casa, ma poi ho imparato a non dare peso a quello che veniva detto nelle strade e alle molestie”.
Nella prima stazione di servizio egiziana con personale femminile lavorano otto ragazze, che hanno seguito corsi di formazione obbligatori, fra cui uno su come comportarsi con i clienti uomini, che spesso si stupiscono di vederle lavorare qui. Ma ci sono anche molti clienti – soprattutto donne – che hanno una reazione positiva.
Hadeel Ashraf ha dovuto superare le resistenze della famiglia, dice: “Mio padre all’inizio si è opposto, non voleva che lavorassi per strada, all’aperto, che facessi un lavoro da uomini. Ma quando ho cominciato a lavorare, mi sono accorta che erano timori infondati, e così alla fine i miei genitori si sono convinti”.
Un altro lavoro tradizionalmente “da uomini” è quello del fabbro. Anche Om Khada ha dovuto avere tanta pazienza prima di farsi una reputazione tra i suoi colleghi, ma ha finito con il farsi rispettare. Nel suo caso, ha anche dovuto dimostrare di avere la resistenza fisica necessaria: “Per molti era strano vedere una donna lavorare in quest’ambiente, – ripete anche lei – e avere a che fare con gli uomini per strada. Mi facevano un mucchio di domande. Ci sono voluti alcuni anni prima che si abituassero al mio lavoro, ora mi conoscono bene, e posso dirvi che una donna non deve vergognarsi di fare nessun tipo di lavoro, a meno che non sia illegale”.
Con questi esempi, che rimangono comunque molto rari nella società araba, le donne arabe mostrano ancora una volta la loro capacità di superare le restrizioni che vengono loro imposte. Ma i loro sogni non si fermano qui, perché il divario fra la realtà e l’obiettivo di raggiungere una reale uguaglianza resta ancora molto ampio.