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Polonia, un falso sito di cosmetici per denunciare violenze domestiche

Scritto da Euronews. Postato in Euronews

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Krysia Paszko ha 18 anni, vive a Varsavia, è una boy scout e vuole difendere i diritti umani nelle aule di tribunale. Un anno fa, durante il primo lockdown, ha creato un sito web di prodotti di bellezza.

Si chiama "Rumianki i bratki" ("Camomille e viole" in polacco) e su Facebook il negozio virtuale si presenta come "un'azienda di nuova costituzione per creare e vendere cosmetici naturali".

Viene aggiunto: "Sentitevi liberi di contattarci con un messaggio privato per qualsiasi domanda o preoccupazione. Tenete duro".

Come avrete capito, "Camomille e viole" non è ciò che sembra. Con la sua finta pagina di cosmetici, l'adolescente polacca ha aperto una finestra invisibile nelle case delle donne vittima di violenza coniugale, chiuse in casa con i propri molestatori, senza possibilità di comunicare liberamente all'esterno, per aiutarle a chiedere aiuto in tutta sicurezza.

Un po' come quella donna in Italia che ha chiesto aiuto alla polizia usando le parole in codice: "Vorrei ordinare una pizza".

Codici per denunciare "la pandemia ombra"

"L'idea mi è venuta quando ho sentito parlare di un'iniziativa simile in Francia", spiega Krysia a Euronews.

"Mascherina 19", questa è la parola in codice usata nelle farmacie francesi per denunciare la violenza domestica durante il lockdown. Viene usata in Spagna e in Belgio. Al sentirsi chiedere questo specifico prodotto, il personale della farmacia sa già che deve contattare la polizia perché la loro cliente sta chiedendo aiuto.

L'Organizzazione Mondiale delle Nazioni Unite (ONU) definisce la violenza contro le donne durante la crisi sanitaria come un "pandemia ombra".

Ispirata da questa frase in codice, Krysia ha lanciato la sua iniziativa così da permettere alle donne polacche di segnalare episodi di violenza di genere.

"Quali sono i tuoi problemi epidermici? Da quanto tempo ne soffri? Come reagisce la tua pelle all'alcol?", sono alcune delle domande poste da Krysia alle donne che fanno ordini fittizi su 'Camomilla e viole'.

"Avete bisogno di cosmetici anche per i bambini?"

La pagina inoltra i questionari a una serie di organizzazioni polacche che combattono la violenza di genere, che poi a loro volta contattano la polizia. Finora ha già aiutato 350 donne polacche.

"All'inizio l'ho pubblicata su Facebook e pensavo che sarebbe stata usata solo da amici. Successivamente ho deciso di creare un sito web, di modo da avere un impatto su larga scala", dice. "Quindi mi sono messa in contatto con la più grande organizzazione polacca specializzata nell'aiutare le vittime della violenza domestica.

Violenza domestica in Polonia

Diversi paesi del mondo hanno registrato un'impennata nel numero di richieste d'aiuto da parte di donne nei primi mesi della pandemia.

Non in Polonia. È uno dei Paesi con le statistiche di denunce di violenza coniugale più basse nell'Unione Europea, secondo un rapporto dell'Agenzia UE per i diritti fondamentali (FRA).

Stando ai dati ufficiali del 2019, più di 65mila donne e 12mila bambini in Polonia hanno denunciato episodi di violenza domestica, ma sono state aperte solo 2.527 indagini.

Amnesty International ritiene che questo sia il motivo per cui poche donne osano denunciare: mancanza di fiducia nel sistema di giustizia penale, paura dell'impunità e che le vittime, alla fine, non vengano credute.

Krysia crede che la violenza domestica sia un problema endemico nel suo paese, e che il governo dovrebbe fare di più per combatterla.

Per ora, dice, nessuno l'ha contattata per ispirarsi alla sua idea, ma ha ricevuto il premio europeo di solidarietà civile dal Comitato economico e sociale dell'Unione europea.

Grazie al premio ricevuto, "Camomilla e viole" valicherà presto i confini polacchi.

Fonte: Euronews (click per aprire)

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