Marcia delle Donne contro Trump, il fenomeno diventa globale
Migliaia di americani si preparano a manifestare contro l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca.
Circa una trentina di gruppi sono stati autorizzati a scendere in piazza prima, durante e dopo l’investitura del miliardario americano. Ma il grande appuntamento è quello del 21 gennaio con la “Marcia delle donne” alla quale dovrebbero partecipare 200,000 persone.
La “Marcia delle donne” si definisce un “movimento nato su impulso delle donne”. L’idea è stata di Teresa Shook, nonna e avvocato in pensione che si è ritirata alle Hawaii. Quando la vittoria di Trump è apparsa chiara, l’anziana signora ha scritto su Facebook: “Che cosa succederebbe se le donne marciassero in massa a Washington il giorno dell’Inaugurazione?”
La Shook ha ricevuto subito 40 adesioni, poi è andata a dormire. Al risveglio le adesioni erano 10mila. E oggi sono 150mila le donne che hanno assicurato su Fb la loro presenza.
La marcia è ormai appoggiata ufficialmente anche da Amnesty International e Planned Parenthood, la più grande rete di planning familiare del Paese. Le organizzatrici hanno annunciato circa 300 “marce sorelle” in altre città del Paese fra cui New York, Boston, Los Angeles e Seattle, e anche fuori degli Stati Uniti.
La cerimonia di insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca del prossimo 20 gennaio è l’evento principale delle giornate che ruotano intorno all’Inauguration Day, ma – secondo molti osservatori Usa – rischia di finire in secondo piano oscurata dalle proteste del popolo anti-tycoon.
LE MARCE ‘SORELLE’
La Marcia di Washington ha ispirato altre 369 manifestazioni in tutto il mondo. Sono stete sopprannominate Sister Marches
Le Marce delle Donne – si legge nel comunicato – Marche delle donne sono programmate in tutti i 50 stati Usa e in altre 55 città nel mondo, da Sydney a Bogotà. Si stimamo almeno 700mila partecipanti, ma la cifra potrebbe superare il milione di presenze.
Più di 300.000 persone hanno aderito su Facebook alle varie manifestazioni di piazza in aggiunta alle 200.000 attese a Washington.
Ogni marcia avrà un proprio programma. A Napa Vallay si sta organizzando un “mosaico umano”. A Berlino la marcia si terrà 20 gennaio e si concluderà alla Porta di Brandeburgo.
LA MANIFESTAZIONE DI ROMA
La Marcia delle Donne si terrà anche a Roma e Firenze. L’appuntamento nella capitale è per alle ore 11:00 al Pantheon.
LE DONNESAUDITEVICINEALLEDONNEDEGLISTATIUNITI
La marcia di Washington trova la solidarietà anche delle donne saudite. “Purtroppo non viviamo in America”, scrivono nel loro comunicato, “ma siamo al fianco delle donne americane”.
La marcia partirà dal Marriott Hotel di Riyad e le organizzatrici sperano di arrivare a quota 1000 partecipanti anche con la promessa di un rinfresco. 819 persone hanno già dato la loro adesione.
GLIELETTIDEMOCRATICICHEBOICOTTERANNO L’INAUGURATIONDAY
Cresce il numero degli eletti democratici americano che non parteciperanno il 20 gennaioall’Inauguration Day del presidente eletto, Donald Trump.
Tra quanti hanno annunciato ufficialmente di disertare la cerimonia ci sono: Earl Blumenauer (Oregon), Judy Chu (California), Katherine Clark (Massachusetts), Yvette Clarke (New York), William Lacy Clay (Missouri), John Conyers (Michigan), Peter DeFazio (Oregon), Mark DeSaulnier (California), Adriano Espaillat (New York), Marcia Fudge (Ohio), Raul Grijalva (Arizona), Luis Gutierrez (Illinois), Jared Huffman (Califonia), Pramila Jayapal (Washington), Barbara Lee (California), John Lewis (Georgia), Ted Lieu (California), Mark Pocan (Wisconsin), Kurt Schrader (Oregon), Jose Serrano (New York), Mark Takano (California), Nydia Velazquez (New York) e Maxine Waters (California).
TRUMPINSULTAEROEDIRITTICIVILI
sei giorni prima del passaggio delle consegne dal primo presidente afro-americano della storia Usa, il tycoon sferza con una delle sue parole chiave, “triste”, il deputato afro-americano John Lewis che ha annunciato il boicottaggio delle cerimonie di insediamento.
“Pensi al suo collegio elettorale infestato di criminali, invece di lamentarsi falsamente del risultato del voto”, ha mandato a dire Trump all’eroe nero che nel 1965, sull’EdmundPettus Bridge di Selma, sfidò la polizia armata nella più famosa marcia non violenta della storia degli Usa.