Sofagate: la frase di Mario Draghi che ha fatto infuriare Erdogan
Il premier italiano Mario Draghi ha fatto una lezione di politica internazionale commentando quello che ai più ormai è noto come sofagate.
Di fronte al gioco delle sedie fatto dal presidente Turchia di Recep Tayyib Erdogan, Draghi ha commentato: "Non condivido assolutamente il comportamento del presidente turco Erdogan, mi è dispiaciuto moltissimo per l'umiliazione che la presidente Von der Leyen ha dovuto subire". Poi il presidente del Consiglio è andato all'attacco: "Ma con questi, chiamiamoli per quel che sono dittatori, di cui però si ha bisogno uno deve essere franco nell'esprimere la propria diversità di vedute, di opinioni di vedute della società".
Il dibattito a livello europeo e non solo si è scatenato, la Turchia si è scusata dicendo di aver rispettato in maniera il protocollo che di fatto ha lasciato la presidente della Commissione Ursula Von der Leyen senza una sedia obbligandola a accomodarsi in disparte.
Il ministro degli Esteri turco Cavusoglu ha puntato il dito contro draghi, definendo la frase del premier italiano stracolma di retorica populista, e ingiusta nei confronti del presidente turco. E Ankara convoca l'ambasciatore italiana.
Durante la visita in Turchia del presidente del Consiglio europeo Charles Michel e della presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen è andata in onda la commedia dell'assurdo: accanto alla sedia di Erdogan, ce n'era solo una per due persone. La situazione ha creato un certo imbarazzo che la presidente della Commissione Von der Leyen ha esplicitato con incredulità e lasciandosi scappare un "ehm".
Dopo un attimo di esitazione, su quella poltrona si è seduto Michel, lasciando in piedi la presidente della Commissione che si è seduta sul divano, mentre le foto dell'accaduto facevano il giro del mondo.
La condanna del gesto è arrivata unanime da parte di tutto il mondo occidentale, come la solidarietà espressa alla presidente Von der Leyen e le accuse contro Erdogan, ma anche contro Michel. Il numero uno del Consiglio europeo, infatti, è stato criticato per essersi seduto aver fatto il pesce lesso di fronte al sultano e aver dimenticato l'a b c della galanteria europea.
La Turchia ha cercato di giustificarsi dicendo di aver rispettato il protocollo rispettando il ruolo di Michel: nel 2015 l'allora presidente Ue e presidente della Commissione, rispettivamente Donald Tusk e Jean-Claude Juncker, si erano seduti entrambi al fianco di Erdogan.
Anche per questo lo scivolone di oggi risulta ancora più grave e discriminatorio nei confronti di una donna.La Turchia solo pochi giorni fa, il 20 marzo, si è ritirata dalla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne.
Il colloquio in realtà aveva un obittivo ben importante: rilanciare i rapporti tra Turchia e Unione europea.