Ravenna Festival a Forlì con Anoushka Shankar e "Land of Gold"
Per la prima volta a Ravenna Festival e in esclusiva per l’Italia, a chiusura degli spettacoli del Festival a Forlì oggi domenica 9 luglio alle 21 al Teatro Diego Fabbri, Anoushka Shankar presenta il suo ultimo album: Land of Gold. Figlia d’arte e allieva del padre Ravi Shankar, Anoushka ha imposto ben presto il proprio talento: come prima donna indiana nominata ai Grammy Award, e come più giovane mai candidata nella categoria World Music.
Al di là delle etichette, nella sua musica la formazione classica si fonde con i più diversi idiomi, in un dialogo transculturale che la vede collaborare con artisti quali Sting, Herbie Hancock, Pepe Habichuela, Karsh Kale... Impegnata in temi quali i diritti delle donne e la giustizia sociale, con Land of Gold reagisce al dramma dei profughi, al trauma di un’umanità in fuga dalle guerre e dalla povertà, in cerca non solo di una terra sicura ma anche di speranza e pace interiore. E con il suo sitar riesce a evocare le pieghe più intime del sentimento, coniugando stile classico indiano, suggestioni jazz ed echi minimalisti, senza rinunciare a momenti di intensa concitazione ritmica e potenza sonora.
Nella vita di Anoushka Shankar, la musica si intreccia costantemente con la biografia di una donna indiana cresciuta tra tre continenti e figlia del più grande suonatore di sitar conosciuto in Occidente. È con Ravi Shankar infatti che inizia a suonare il sitar all’età di nove anni e con lui ha debuttato a 13 anni nel teatro di Nuova Delhi. Per Anoushka la musica classica indiana è un patrimonio tradizionale dalla lunga storia da cui trarre continuamente nuova linfa, senza tuttavia considerarla un ostacolo alla propria creatività. I primi dischi da lei prodotti la vedono al fianco del padre, con cui ha tenuto concerti memorabili, ma anche per Anoushka è venuto il momento della sperimentazione e dell’incontro con altri stili musicali. Ravi Shankar ha aperto la strada alla commistione musicale tra India e Occidente ma, come ha fatto notare la stessa Anoushka, se nella musica di Ravi Shankar, lo stile indiano è sempre estremamente riconoscibile, ben diverse sono le interazioni e gli scambi che vengono messi in atto oggi quando il suo sitar suona, per esempio, insieme alla chitarra del flamenco, come nel disco Traveller, pubblicato nel 2011.
Il lavoro di Anoushka Shankar è particolarmente sensibile ai grandi problemi del nostro tempo: la violenza sulle donne, da un lato, e il dramma di chi è costretto a lasciare la propria terra a cause delle guerre. Sulla violenza di genere Anoushka ha preso la parola a partire dal 2012, quando ha avviato una mobilitazione internazionale a seguito dello stupro di Jyoti Singh, avvenuto a Delhi da parte di un gruppo di uomini che viaggiavano con lei su un autobus e dallo stesso autista, stupro che ha causato la morte della giovane. Anoushka ha rivelato pubblicamente, in quell’occasione, di essere stata lei stessa da bambina, come milioni di ragazze indiane, vittima di violenze da parte di una persona vicina alla sua famiglia, e ha contribuito attivamente alla campagna One Billion Rising e partecipato a numerose interviste e programmi televisivi e radiofonici.
L’essere donna determina anche altre importanti scelte poetiche: Land of Gold è stato elaborato in occasione della nascita del secondo figlio, quando Anoushka guardava al dramma dei profughi con la consapevolezza che migliaia di donne non avrebbero potuto garantire ai propri figli la stessa sicurezza che lei avrebbe offerto ai suoi. Il titolo dunque allude non solo alla terra dell’oro a cui tutti avrebbero diritto, in un mondo in cui invece le scelte degli individui sono mosse da guerre e decisioni politiche che generano fughe di massa, ma anche a una riflessione interiore che ciascuno dovrebbe compiere. L’album, uscito nel 2016, è stato registrato nella campagna toscana e prodotto da Joe Wright, regista cinematografico e marito di Anoushka.
Come nel live di Glastonbury del 2016, dove erano presenti migliaia di giovani, a Forlì l’album viene presentato nella sua versione strumentale, dove le “voci” del sitar di Anoushka e dello shehnai di Sanjeev Shankar, allievo di Ravi Shankar, risuonano con Tom Farmer al contrabbasso, tastiere ed elettronica, e Manu Delago che si destreggia con hung & drum kit.
Biglietto (posto unico non numerato): 25 euro (22 ridotto). ‘I giovani al festival’: fino a 14 anni, 5 euro; da 14 a 18 anni e universitari 11 euro.
Info: http://www.ravennafestival.org/0544249244