Iran, selfie ed entusiasmo tra i deputati per Mogherini: le critiche. «Così è una resa all’Occidente»
Federica Mogherini era l’ospite più attesa sabato scorso a Teheran, alla cerimonia di insediamento del presidente Hassan Rouhani, rieletto il 19 maggio. La ragione è che la sua presenza — accanto a funzionari giunti da Francia, Germania e Regno Unito — sottolineava l’appoggio dell’Europa per l’accordo sul nucleare siglato tra l’Occidente e la Repubblica Islamica, nonostante l’ostilità della presidenza Trump. L’entusiasmo di alcuni alla vista dell’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea era tale che una decina di deputati riformisti hanno fatto ressa intorno a lei per scattarsi un selfie, sporgendosi dagli scranni. Subito sui social media sono stati criticati, non solo dai colleghi più conservatori (tra accuse di «resa all’Occidente» e di «immoralità») ma anche da gente comune che ha deriso i loro atteggiamenti scomposti e «imbarazzanti» (più che i selfie in sé). In un tweet qualcuno ha rilanciato una scena del film «Malena», in cui una folla di uomini si precipita ad accendere la sigaretta di Monica Bellucci. In un altro i deputati sono paragonati ai Sette Nani incantati da Biancaneve. E c’è chi osserva che tanta adulazione è in contrasto con il fatto che Rouhani non ha ancora assicurato la nomina di donne tra i ministri del suo governo.
shadow carousel
Federica Mogherini all?insediamento del presidente iraniano RouhaniFederica Mogherini all?insediamento del presidente iraniano Rouhani
Federica Mogherini all?insediamento del presidente iraniano Rouhani
Federica Mogherini all?insediamento del presidente iraniano Rouhani
Federica Mogherini all?insediamento del presidente iraniano Rouhani
Federica Mogherini all?insediamento del presidente iraniano Rouhani
Farahmand Alipour, giornalista riformista rifugiatosi in Italia dopo la repressione degli oppositori nel 2009, spiega tuttavia che «Mogherini non può cambiare il regime. Non era in Iran per combattere per i diritti delle donne o la democrazia, ma ha un ruolo molto delicato. Rouhani è stato eletto perché gli iraniani vogliono relazioni migliori con il mondo. La presenza di Mogherini all’insediamento indica che l’accordo sul nucleare è forte e che i Paesi europei lo rispetteranno. L’alternativa sono nuove sanzioni, che peggiorano la situazione della gente, oppure persino una guerra, ora che Trump è alla Casa Bianca». Trump ha definito l’Iran il «nemico numero uno» nella regione. Il Congresso ha appena approvato nuove sanzioni per il programma missilistico di Teheran e le violazioni dei diritti umani. Di fatto la stessa amministrazione Usa ha dovuto certificare che l’Iran sta rispettando l’accordo sul nucleare ma i due Paesi continuano ad accusarsi a vicenda di violarne lo «spirito». Rouhani ha avvertito che «l’Iran non sarà il primo a ritirarsi dall’intesa ma non resterà in silenzio davanti alle violazioni Usa».
Organizzazioni come Amnesty International, però, chiedono all’Europa più impegno per i diritti umani. «La presenza di Mogherini alla cerimonia di insediamento legittima le autorità iraniane — dice Mahmood Amiry-Moghaddam di Iran Human Rights —. Sarebbe stato più appropriato inviare un funzionario di rango minore, e al contempo esprimere preoccupazione per le 100 persone giustiziate solo nel mese di luglio e per i molti attivisti rinchiusi in prigione.
5 agosto 2017 | 11:26
© RIPRODUZIONE RISERVATA