La prèmier dame non sarà remunerata - L’Eliseo vara la Carta della trasparenza sul ruolo di Brigitte | mondo
Brigitte Macon con il marito presidente Emmanuel
PARIGI - E alla fine l’Eliseo ha definito il ruolo di Brigitte Macron. Dopo giorni di polemiche e dibattiti, sul sito del governo questa mattina è stata pubblicata la «Carta di trasparenza sul ruolo della consorte del capo di Stato»: un documento volto a inquadrare la posizione e i compiti che verranno svolti dalla Première Dame nei prossimi cinque anni.
Nella carta si legge che Brigitte rappresenterà «la Francia al fianco del presidente della Repubblica durante summit e incontri ufficiali» e che dovrà rispondere «alle sollecitazioni dei francesi e delle personalità francesi e straniere che vogliono incontrarla».
La première dame sarà poi attiva nel campo della lotta ai cambiamenti climatici, dei diritti delle donne e nella tutela dei minori. In merito al suo compenso, il comunicato afferma che Brigitte non sarà «remunerata» e non avrà un «proprio budget» o un suo ufficio.
«I mezzi finanziari necessari all’esercizio di questa funzione figurano nel bilancio della presidenza», spiega il testo, sottolineando che la Corte de conti renderà pubblici i costi del funzionamento in un «rapporto specifico».
La moglie del presidente potrà contare su due collaboratori che già fanno parte «del gabinetto del Capo di Stato». Fonti vicine al governo precisano che «non si tratta di un ruolo istituzionale, ma di un incarico che varrà soltanto per la durata del mandato di Emmanuel Macron».
In questo modo, l’Eliseo chiarisce una volta per tutte le funzioni di Brigitte Macron, mettendo fine alle polemiche di queste ultime settimane. Durante la campagna elettorale, l’allora candidato di En Marche! aveva annunciato la creazione di uno statuto da première dame per sua moglie. La proposta aveva sollevato un’ondata di critiche perché giudicata da molti inutile e particolarmente dispendiosa per le casse dello Stato.
Per protestare contro il progetto, è stata lanciata anche una petizione online che ha raccolto più di 300mila firme. Una situazione che ha messo in imbarazzo il governo, in un momento delicato in cui il Parlamento si apprestava a votare la legge sulla moralizzazione della vita pubblica. La carta diffusa oggi afferma che non è stato creato un nuovo «statuto giuridico» per la moglie del presidente ma, al contrario, sono stati delineati «i contorni del ruolo pubblico di Brigitte Macron» nel quadro di una maggiore «trasparenza».
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