Cattivo gusto in salsa catalana
L'eco drammatica degli attentati di Cambrils e Barcellona non si è ancora spenta e già, nella capitale catalana, le polemiche prendono il posto del dolore. Non si tratta però di quelle relative al possibile legame tra la politica di accoglienza ad oltranza da sempre portata avanti dal primo cittadino di Barcellona Ada Colau – che aveva tra l'altro dichiarato di “preferire i migranti ai turisti” e che oltretutto, in sede di commemorazione delle vittime sulle Ramblas, ha dimostrato scarsissimo contegno, sorridendo a più riprese ai fotografi presenti – ma della sua scelta di assumere come suo addetto stampa tal Agueda Banon.
Quest'ultima, ex componente di un gruppo femminista dal nome che è tutto un programma (Girls who like porno), si è resa protagonista di diverse “azioni dimostrative” di carattere francamente discutibile (per non dire disgustoso). Come urinare per strada e mostrarsi mezza nuda con un pene di plastica che le fuoriusciva dall'impermeabile. Azioni peraltro immortalate in immagini che la stessa Banon ha orgogliosamente inserito nel suo curriculum, dichiarando in proposito di essere “molto fiera di ciò che ho fatto”. E al giornalista di El Mundo che le chiedeva se, dopo la nomina a direttore dell'ufficio stampa di Barcellona, le avrebbe rimosse, ha risposto: “Non ci penso proprio. E' un lato personale della mia vita, sono i miei hobby. Nessuno ti giudicherà per quelli, ma per i tuoi risultati professionali”.
Sbaglia Agueda Banon. Perché i suoi esibizionistici passatempo sono elementi che inducono a giudicarla anche professionalmente e politicamente. Di fronte ad essi è infatti più che normale chiedersi che tipo di risultati la Banon e compagne abbiano ottenuto quanto ai diritti delle donne e/o dei deboli: mostrarsi urinando per strada non risulta infatti abbia portato a conquiste degne di nota. Certo, se lo scopo era stare al centro dell'attenzione, è stato raggiunto. Niente però a che vedere, per rimanere a sinistra, “con le lotte del proletariato, con il sobrio stile della classe operaia. Questioni che possono risultare marginali come questa – ha scritto il segretario del Partito Comunista Marco Rizzo – ci devono far dire che non vogliamo avere nulla a che fare con questa sinistra”. Se dunque le critiche arrivano anche dalla stessa parte politica, Colau e Banon qualche domanda dovrebbero farsela. E con loro anche quelli che, in tutto il mondo, sostengono tale tipo di attivismo facendolo arrivare anche ai vertici della pubblica amministrazione. Con l'unico risultato di trovarsi, prima o poi, a “braghe calate”.