Stampa

Cala il velo sullo stupro...

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

imageI riflettori mediatici sullo stupro avvenuto sulla spiaggia di Rimini nei giorni scorsi si sono già spenti, o quasi. I telegiornali italiani forniscono solo marginalmente aggiornamenti sul caso, obbligati più che altro dalla pessima figura che abbiamo fatto con le autorità polacche costrette ad inviare qui dei loro funzionari per collaborare alle indagini. Ad oggi sappiamo che a stuprare la ragazza polacca e ad aggredire il suo amico sarebbero degli extracomunitari, gli stessi che sempre in zona hanno violentato anche un transessuale.

Al di là di queste informazioni di cronaca vi è stato il silenzio assordante di tutte le numerose esponenti femministe del nostro Paese, da quelle che siedono in Parlamento, a quelle che ci rappresentano al Governo, per non parlare delle note Associazioni italiane che si battono per la tutela dei diritti delle donne e contro la violenza, per intenderci quelle che amano circondarsi di “scarpette rosse” per il 25 novembre. Probabilmente sono tutte ancora sotto l’ombrellone, magari in uno di quei luoghi del Medio Oriente dove quando vanno in visita si adornano, nel rispetto delle usanze locali, dei veli islamici come il Hijab o i Shayla.

Conosco bene molte di loro grazie alla mia esperienza quasi decennale di vicepresidente della Consulta Femminile per le Pari Opportunità della Regione Lazio e responsabile del tavolo di lavoro regionale sull’Intercultura. Ho avuto modo di confrontarmi costantemente con queste paladine che dagli anni ’60 non hanno mai smesso di sostenere il principio dell’autodeterminazione che il femminismo ha messo alla base di ogni logica riguardo al corpo delle donne.

Però in questo caso, tranne qualche forzata dichiarazione di condanna per lo stupro in quanto tale, come quella della presidente della Camera dei Deputati, il silenzio è pressochè totale. Anzi, richiamando il titolo di una famosa commedia di Shakespeare direi che in molte pensano che si è fatto “molto rumore per nulla”.

A questo punto c’è da chiedersi perché queste donne italiane tacciono.

A mio avviso è presto detto: deve prevalere il principio dell’integrazione ad ogni costo e, quindi, non “sta bene” mettere in evidenza che la maggior parte degli uomini che provengono dai Paesi islamici considerano le donne semplici oggetti di loro proprietà, non “sta bene” ricordare che i più osservanti, interpretando in modo ancora più restrittivo il Corano, condannano pesantemente il comportamento delle donne occidentali, denigrandoci con appellativi che è disgustoso perfino scrivere. Ricordo, per amor di cronaca, che a partire dalle cosiddette “Primavere arabe” moltissime donne mussulmane hanno creato importanti movimenti femministi, chiedendo pari diritti e più libertà. Dimostrando un grandissimo coraggio si sono ribellate all’utilizzo forzato di qualsiasi velo e quelle che, invece, continuano ad indossarlo tengono a precisare che è una loro scelta personale.

Quello che emerge anche in questa vicenda e che ci deve preoccupare non poco sono la mancanza di sicurezza, di certezza della pena ed anche di controllo sui mediatori culturali uomini che operano sul nostro territorio. Persone che generalmente operano all’interno di cooperative legate al mondo della cultura di sinistra e questo farebbe pensare fortemente femminista. Invece no, perché in tali “contenitori culturali” che organizzano non meno cene tipiche, spettacoli e quant’altro, finanziati quasi sempre con fondi pubblici, ora prevale la regola che l’immigrato accolto e coccolato sarà a tempo debito un sostenitore e, di conseguenza, futuro elettore del centro-sinistra.

Lo possiamo capire da come media e politici filo governativi hanno taciuto davanti allo sconvolgente post del giovane mediatore culturale di soli 24 anni, Abid Jee, che dal 2016 lavora in una cooperativa sociale bolognese occupandosi della gestione e dell’accoglienza dei migranti, mentre studia giurisprudenza all’università. Peccato che a tradire lo “studente modello” vi sia stato il suo disprezzo per le donne.

Io, a differenza delle femministe di casa nostra, non posso far “calare il velo dell’omertà” e voglio riportavi il suo post su Facebook, prontamente cancellato su consiglio di qualcuno. Sostiene questo ragazzo, probabilmente, visti gli studi intrapresi, anche futuro avvocato dello Stato Italiano che: “lo stupro è un atto peggio, ma solo all’inizio, una volta si entra il pisello poi la donna diventa calma e si gode come un rapporto sessuale normale”. 

Non serve alcun commento in merito a questa frase aberrante, mi limito solo a sottolineare che l’integrazione culturale non può essere un processo gestito da uomini che hanno questa opinione. Allo straniero che sbarca sulle nostre coste deve essere spiegato molto bene che le donne italiane sono persone e non un oggetto, che hanno gli stessi diritti degli uomini così come prevede in primis la Costituzione e a seguire leggi, direttive, convenzioni e trattati europei ed internazionali che abbiamo recepito. Questi uomini devono sapere che le loro donne non possono usare il Burqa, che lo stupro e la violenza di genere sono reati puniti penalmente, perché come sosteneva Kofi Annan: “la violenza contro le donne è forse la più vergognosa violazione dei diritti umani e forse è la più diffusa. Non conosce confini geografici, culturali o di stato sociale. Finché continuerà, non potremo pretendere di realizzare un vero progresso verso l’eguaglianza, lo sviluppo e la pace”.

Occorre un sussulto di dignità da parte dell’accogliente popolo italiano nel ribadire con forza, anche ai nostri esponenti delle Istituzioni, che non siamo noi a doverci adeguare alle usanze del migrante, dobbiamo conoscerle quello sì, ma sono loro che devono rispettare le nostre, ad esempio sopportando e senza protestare che per un mese nelle scuole italiane a Natale oltre all’albero c’è il presepe.  

abid jeefederica de pasqualefemministeislammusulmaniRiministuprovelo

Fonte (click per aprire)

Aggiungi commento

I commenti sono soggetti a moderazione prima di essere pubblicati; è altrimenti possibile avere la pubblicazione immediata dei propri commenti registrandosi ed effettuando il login.


Codice di sicurezza
Aggiorna