La rivoluzione di scegliere, punto e basta – Eco Internazionale
Secondo le statistiche mondiali, l’India è il quarto peggior Paese in cui nascere – e morire – donna. Nonostante la storia dei diritti delle donne in India abbia riscontrato vari cambiamenti e miglioramenti (nell’India moderna le donne sono riuscite a ricoprire anche cariche istituzionali importanti), le donne continuano in tutto il Paese a subire.
Quasi quattro donne su cinque in India sono state vittime di un qualche tipo di molestia in pubblico: dagli sguardi insistenti, agli insulti o i fischi per strada all’essere seguite, palpeggiate e violentate. Queste purtroppo sono solo una piccola parte di ciò che vivono e in cui muoiono dentro ogni giorno; ciò che generazioni intere respirano. Le donne vengono sfruttate nelle attività domestiche e a volte subiscono torture sessuali dalle stesse forze dell’ordine. Le bambine non vengono nutrite né curate come i figli maschi e nonostante la legislazione vieti di rivelare il sesso del nascituro durante le ecografie, il 99 % degli aborti riguarda feti femmina.
I feti di sesso femminile vengono soprannominati “le destinate alla fossa”. Si tratta del metodo più veloce e anche il più disumano per sbarazzarsi delle neonate. A volte vengono affogate o soffocate, ma c’è chi ricorre anche ad altri metodi brutali: molte bambine vengono avvelenate, uccise costringendole a mangiare del sale o appunto sepolte vive. Esistono anche metodi che possono essere certificati dai medici come decessi naturali, quali premere addosso delle coperte bagnate per indurre la polmonite o ucciderle dando loro da bere dell’alcol, al fine di causare diarrea. Tradizionalmente nelle aree rurali del Sud era addirittura la stessa nonna paterna ad incaricarsi di avvelenare la neonata, ovviamente mai registrata all’anagrafe. Le figlie sono considerate un peso per la famiglia, delle volte addirittura una maledizione, un investimento senza nessun ritorno. Innumerevoli sono i casi di omicidio o di lesioni gravissime ai danni di spose la cui famiglia non soddisfa le richieste economiche del marito e dei suoceri concordate al momento dell’accordo matrimoniale. Il metodo classico è dar fuoco alla malcapitata, dichiarando che il sari (l’abito tipico delle donne indiane) si è incendiato accidentalmente mentre la donna cucinava.Sono inoltre terribilmente comuni le semplici violenze domestiche, gli stupri coniugali considerati un ossimoro dalla legislazione vigente e dalle consuetudini sociali, che assegnano al marito il diritto di disporre sessualmente del corpo della moglie.
In un mondo in cui adesso la libertà e l’eguaglianza tra i sessi è uno dei punti focali della società, ci si sente lontani dai dati, le informazioni e le storie di una popolazione calpestata. Ma non troppo tempo fa avevamo ancora il delitto d’onore e ancora adesso non possiamo sentirci sicure tornando a casa la sera.
Molte donne indiane adesso stanno riscoprendo i loro diritti umani e arrivano addirittura ad aiutare i propri villaggi d’origine economicamente, trasformandosi in imprenditrici. Vistara, compagnia aerea con base a Delhi e appartenente al più grande gruppo economico del paese, TATA, ha deciso di intraprendere nuove misure per proteggere le donne che volano sui propri aerei. Inoltre nello stato indiano di Maharashtra, ogni giorno 29 donne combattono l’analfabetismo imparando a leggere e scrivere in una scuola creata appositamente per loro.
Ci sono donne oggi che diventano medici, ingegneri, scelgono la carriera militare. Ci sono donne che scelgono punto e basta. Un gruppo di ragazze proveniente da famiglie povere, hanno creato una squadra di pallacanestro e indossano pantaloncini corti. Una rivoluzione si muove nel presente.
Gaia Garofalo