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Miur: "Due ragazze islamiche su tre non finiscono la scuola dell'obbligo"

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

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Il 15% dei bambini stranieri iscritti all'anagrafe non frequenta la scuola. È quanto emerge dal rapporto del Miur, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, del 2016. Secondo la relazione, nella fascia di età 3-6 anni, 55mila stranieri su 224mila, non vanno all'asilo. Mentre 30mila bambini su 275mila non sono neanche iscritti alle elementari, riporta Il Giorno. La mancata frequenza scolastica è tanto più grave in quanto impedisce ai bambini figli di immigrati di integrarsi e apprendere fin da piccoli la lingua e la cultura italiana. Lo stesso Ministro dell'interno, Marco Minniti, ha ribadito la necessità di un "rispetto ferreo" dell'obbligo scolastico, unica strada per garantire l'integrazione.

Un'altro documento del Miur evidenzia un dato importante: la dispersione scolastica di ragazze provenienti da famiglie musulmane. Mettendo a confronto i numeri della frequenza a scuola con quelli dei registri civili, è emerso che le ragazze, sulla soglia dell'adolescenza, vengono ritirate in casa, probabilmente per avviarsi alla professione di madri, mogli e casalinghe. Dato che non si riscontra nelle comunità di immigrati non di fede islamica, come cinesi e indiani, dove il tasso di abbandono scolastico progredisce con l'età ma rimane costante nei due sessi. Invece nelle comunità provenienti da Pakistan, Egitto, Bangladesh e Senegal, quelle da più tempo in Italia, la contravvenzione dell'obbligo da parte delle femmine riguarda una percentuale doppia rispetto ai maschi. In particolare, tra i senegalesi le ragazze che completano la scuola dell'obbligo sono il 36% contro il 64% dei maschi. 

Incrociando i risultati di Miur e Ministero del Lavoro, emerge che, nella fascia de'età 15-29 anni, sette ragazze marocchine su 10 non studia e non lavora, otto su dieci nella comunità bengalese, sette su dieci tra le pakistane, contro le quattro su dieci della comunità nazionale. "Le ragazze" commenta Souad Sbai, ex parlamentare Pdl di origine marocchina, da anni impegnata nella difesa dei diritti delle donne, "subiscono più dei maschi i retaggi della loro cultura e il rifiuto delle famiglie di origine di integrarsi. Spesso vengono ritirate da scuola non appena avuto il ciclo e magari riportate in patria dai nonni oppure vengono direttamente esposte al pericolo di proselitismo. Le donne si radicalizzano meglio, spesso sono quelle che hanno sofferto di più".

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