L'eletta piu' votata parla all'Ansa: 'Lotteremo per i diritti delle donne in Iran'
TEHERAN – Quindici donne elette nel nuovo parlamento iraniano. Altre cinque al ballottaggio nel secondo turno elettorale di fine aprile. Anche se i numeri possono apparire irrilevanti, si tratta di un record di presenze femminili nella recente storia dell’assemblea legislativa della Repubblica islamica. Si inverte una tendenza in cui le donne erano sotto la decina, come avvenuto nello scorso Majlis (9 deputate). “Speriamo che, con il ballottaggio, la cifra possa crescere”, dice in un’intervista all’ANSA Soheila Jelodarzadeh, la candidata più votata di tutto l’Iran. E’ arrivata quarta, con oltre 500mila preferenze, nella lista dei riformisti-moderati a Teheran. Jelodarzadeh è una veterana del Majlis, è al suo quarto mandato parlamentare ed è assistente del ministro dell’Industria. Molte sue colleghe però sono alla loro prima esperienza politica. “I riformisti – spiega – avrebbero voluto presentare nelle loro liste un 30% di donne. Purtroppo hanno dovuto rinunciare a causa delle bocciature effettuate dal Consiglio dei Guardiani (l’organismo giuridico-religioso che controlla il parlamento e seleziona i candidati, ndr). Cercheremo però di rappresentare i diritti delle donne sia nell’assemblea legislativa sia in tutte le commissioni”. “Daremo voce alla metà femminile della popolazione iraniana”, promette. A suo avviso, la priorità da affrontare è quella della povertà femminile e delle madri sole. “Occorre varare politiche economiche e di sostegno per quella che sta diventando una vera emergenza nazionale”, sottolinea. Più in generale, vi è ovviamente il problema dei diritti delle donne che devono essere portati – dice – a “standard internazionali” per quanto riguarda la legislazione familiare e la parità tra i sessi. “Le donne in Iran studiano, lavorano e ricoprono importanti incarichi alla pari dei loro colleghi maschi. Devono però avere più potere, sopratutto nel processo politico decisionale”, rimarca. “La questione femminile è centrale per lo sviluppo del Paese”, afferma. “Purtroppo i precedenti governi ci hanno lasciato solo macerie. L’Iran è rimasto fermo per dieci anni. Ora dobbiamo lottare contro il tempo per riportare la nostra nazione al posto che le spetta nella storia”
TEHERAN – Quindici donne elette nel nuovo parlamento iraniano. Altre cinque al ballottaggio nel secondo turno elettorale di fine aprile. Anche se i numeri possono apparire irrilevanti, si tratta di un record di presenze femminili nella recente storia dell’assemblea legislativa della Repubblica islamica. Si inverte una tendenza in cui le donne erano sotto la decina, come avvenuto nello scorso Majlis (9 deputate). “Speriamo che, con il ballottaggio, la cifra possa crescere”, dice in un’intervista all’ANSA Soheila Jelodarzadeh, la candidata più votata di tutto l’Iran. E’ arrivata quarta, con oltre 500mila preferenze, nella lista dei riformisti-moderati a Teheran. Jelodarzadeh è una veterana del Majlis, è al suo quarto mandato parlamentare ed è assistente del ministro dell’Industria. Molte sue colleghe però sono alla loro prima esperienza politica. “I riformisti – spiega – avrebbero voluto presentare nelle loro liste un 30% di donne. Purtroppo hanno dovuto rinunciare a causa delle bocciature effettuate dal Consiglio dei Guardiani (l’organismo giuridico-religioso che controlla il parlamento e seleziona i candidati, ndr). Cercheremo però di rappresentare i diritti delle donne sia nell’assemblea legislativa sia in tutte le commissioni”. “Daremo voce alla metà femminile della popolazione iraniana”, promette. A suo avviso, la priorità da affrontare è quella della povertà femminile e delle madri sole. “Occorre varare politiche economiche e di sostegno per quella che sta diventando una vera emergenza nazionale”, sottolinea. Più in generale, vi è ovviamente il problema dei diritti delle donne che devono essere portati – dice – a “standard internazionali” per quanto riguarda la legislazione familiare e la parità tra i sessi. “Le donne in Iran studiano, lavorano e ricoprono importanti incarichi alla pari dei loro colleghi maschi. Devono però avere più potere, sopratutto nel processo politico decisionale”, rimarca. “La questione femminile è centrale per lo sviluppo del Paese”, afferma. “Purtroppo i precedenti governi ci hanno lasciato solo macerie. L’Iran è rimasto fermo per dieci anni. Ora dobbiamo lottare contro il tempo per riportare la nostra nazione al posto che le spetta nella storia”