In una sorta di upgrade generazionale, oggi la protesta e la lotta per i diritti delle donne passano anche dalla valorizzazione di sé come puro piacere estetico. E il messaggio lanciato da stilisti e make up artist è che il new power oggi utilizza il trucco e alcuni codici estetici maschili come affermazione sempre più forte della femminilità. E se anche si decide di non indossare il make up, il messaggio non cambia
Look Eudon ChoiI segnali giungono da più parti e già da un po’ di tempo. E indicano che si sta avviando un nuovo clima, “zeitgeist” come lo chiama Mac Cosmetics, il brand make up che, forse più di ogni altro, funge da metal detector di umori e tendenze. E questi segnali suggeriscono un nuovo statement che partendo dal clima politico e sociale, disegna una nuova cornice entro la quale collocare un termine (e un concetto) forse obsoleto, vecchio se si vuole: potere, meglio ancora… potere alle donne. Che può sapere di femminismo un po’ stantio e un po’ superato ma che in realtà riemerge in forme nuove, rinvigorito e consacrato anche dalla moda e dal beauty. Il che suggerisce una completa inversione di tendenza rispetto a quarant’anni fa, quando la negazione di valori estetici attinenti al bello e alla cura di sé come puro piacere dava valore e pregnanza al messaggio. Insomma, in poche parole, se negli anni ’70 bruciare i reggiseni, lasciare la chioma incolta e il viso acqua e sapone stava a significare: “Sono una donna impegnata e non ho tempo di curare il mio lato femminile più civettuolo”, oggi le regole suggeriscono il contrario, in un gioco di ribaltamento di ruoli e visioni. E se anche si decide di non indossare make up, anche questo diventa un segnale chiaro: “La sicurezza nello scegliere di non indossare molto make up è la più recente dichiarazione di potere delle donne”, spiega la make up artist Lyne Desnoyers.
Alcuni indizi si erano colti già la stagione scorsa, quando sempre Mac introduceva nel beauty in generale e nel make up in particolare, concetti come
“autenticità” e “spontaneità” per indurre la donna a riprendersi la scena, soprattutto il trucco, per affermare la propria individualità. Meglio ancora, il potere decisionale in merito alla propria bellezza fino a trasformare il tutto in un’attitudine forte, volitiva, assertiva. Dunque “potere, nello specifico, potere alle donne è il riff che la maggior parte di stilisti e make up artist suonano per la stagione autunno e inverno 2017-18”, ci informano da Mac. “La donna moderna usa il make up per mostrare che comanda – afferma la make up artist Val Garland -. È forte, vistosa e orgogliosa”, ma soprattutto sfaccettata, multiforme e mai impositiva, poiché il vero potere equivale all’autonomia, anche quella di scegliere che colori e forme indossare. Prada, ad esempio, sulla passerella autunno e inverno ha utilizzato il maquillage, opera di Path McGrath, per lanciare un preciso messaggio: “Ci si trucca per auto-affermare se stesse, non per compiacere gli altri”.
La sicurezza nello scegliere di non indossare make up è la più recente dichiarazione di potere delle donne
Anche l’attrice
Lena Dunham, autrice della newsletter
Lenny e impegnata nella lotta per la consapevolezza di sé e del proprio corpo, è intervenuta sull’argomento affermando: “Dopo 40 anni ci ritroviamo a discutere di diritti che pensavamo acquisiti e la discussione ha coinvolto una nuova generazione di donne che non si sono mai interessate alla politica o al dialogo su ciò che davvero vogliamo, meritiamo e del modo per ottenerlo. E la buona notizia è che questa nuova ondata di femminismo pone al centro della discussione l’essere donna in tutte le sue sfaccettature, comprese il riappropriarsi del trucco come semplice piacere da assecondare, un momento di gioia privata anche per l'attivista più impegnata”.
“THE REVOLUTION WILL WEAR RED LIPSTICK”
E Lena Dunham ha colto in pieno il clima politico americano e
il messaggio più forte che giungeva dalle passerelle autunno e inverno durante la primavera scorsa: “Potere alle donne”. Captato in quei giorni anche dal quotidiano
New York Times con un editoriale dedicato ai beauty trend appena emersi, intitolato
“Make Way for the New Power Woman”, nel quale si legge: «Ispirato forse dalla marcia delle donne su Washington (per non parlare della nuova ondata femminista scaturita da allora), i più importanti beauty look emersi alla New York Fashion Week hanno portato un nuovo messaggio: “C'è una nuova donna di potere in circolazione che non ha paura di maltrattare gli stereotipi di bellezza a suo piacimento”. Personalizzare la bellezza, dunque, un concetto che era già emerso da qualche stagione dai backstage e che in quel momento acquisiva sempre più forza, caratterizzandosi di sottili venature sociali e politiche. La truccatrice Diane Kendall aveva così commentato il trucco appena realizzato per la sfilata Alexander Wang: «Il make up è ispirato da una donna sicura di sé, che non teme nulla e che possiede una personalità catalizzatrice: al suo ingresso in una stanza è immediatamente notata da tutti».
Ma
il potere delle donne può passare anche dalle labbra rosse, come suggerisce sempre Lena Dunham che parla della connessione causa-effetto tra l’utilizzo del colore nel make up, in particolare il rosso per le labbra, e le richieste e proteste delle donne. Nulla di nuovo, i soliti corsi e ricorsi della storia perché in fondo si tratta della stessa dinamica manifestatasi a inizio Novecento, quando il movimento delle suffragette utilizzò anche il rossetto rosso come simbolo di indipendenza e auto-affermazione. In questo aiutate da Elizabeth Arden che ne creò uno apposta e lo regalò alle manifestanti nel 1920. “Puoi essere una femminista e portare il rossetto rosso!”, conclude Lena Dunham, che segnala anche come l’artista e attivista Sarah Sophie Flicker non dimentica mai di indossare il rossetto Ruby Woo di Mac, uno dei più iconici e venduti, come si trattasse di una sorta di “segnale di guerra”.
Il potere femminile passa anche dall’appropriazione di codici maschili in una chiave del tutto nuova, per distaccarsene, esasperandoli, se necessario. Come accade nell’hairstyling, che utilizza sempre più spesso i elementi maschili per accentuare quelli femminili, in una sorta di ossimoro visivo in cui uomo e donna si sovrappongono e si intersecano fino a delineare una nuova estetica gender ma non free, con tagli che si appropriano del corto “alla maschietta” ma ingentilito da piccoli dettagli più femminili come ciuffi, frange e movimenti seducenti. Oppure chiome minimali come code di cavallo basse e morbide, viste soprattutto sulle passerelle autunno e inverno, in pieno rigurgito anti-trumpista, in ossequio al diktat lanciato dagli hair stylist: “Dimenticate le acconciature simbolo del potere, i bob ordinati e i volumi e sostituiteli con soluzioni più morbide”. Gli hair salon a loro volta hanno accolto il messaggio e rilanciato con soluzioni che rispecchiano questa visione, affrontata da differenti punti di vista e seguendo diverse vie. Una delle quali è riassumibile nel perfetto termine coniato dall’hair brand Framesi: “Gentlewoman”, ovvero la fusione tra gentleman e woman, che sta a indicare un nuovo coté della femminilità, da esaltare attraverso l’utilizzo di codici prettamente maschili.
Un’ultima domanda ci poniamo:
il caso Weinstein provocherà altrettanta reazione anche in anche bellezza? Non ci resta che attendere gli sviluppi.
Levante alla prima serata Live di X Factor con la scritta Girl Power impressa sulle spalle
Un'ultima nota: la scritta in rosa a caratteri cubitali che la cantante italiana più cool del momento,
Levante, portava impressa sulle spalle la prima serata Live di X Factor: Girl Power. E il messaggio lasciato sulla pagina Instagram "GIRL POWER non è solo un modo di dire, oggi più che mai stringiamoci la mano".