le violenze sessuali sono una pandemia globale – Business Insider Italia
Il recente emergere della vasta incidenza di molestie sessuali nell’industria dello spettacolo americana, dal caso Harvey Weinstein a quelli di Kevin Spacey e Dustin Hoffman, ha suscitato una violenta impressione e acceso il dibattito sulla violenza contro le donne negli Stati Uniti e non solo.
Le molestie sessuali non sono però esclusivo appannaggio dei grossi nomi dello spettacolo. Sono comuni in modo allarmante ovunque mentre, negli Stati Uniti, i crimini di altro genere sono in generale diminuzione.
I risultati di uno studio del 2006 ci dicono che negli USA il 27% delle donne iscritte ai college ha riferito di una qualche forma di contatto sessuale forzato, da essere baciate a rapporti anali. Questo tipo di violenza sessuale è pesantementesottaciuto, con appena il 20% di denunce alle forze dell’ordine di questo crimine da parte di studentesse vittime.
Le molestie sessuali non sono limitate ai soli Stati Uniti. Le Nazioni Unite hanno definito la violenza di genere una “pandemia globale”. Come esperte di medicina di emergenza e ricerche legali presso la Harvard Humanitarian Initiative, crediamo sia importante riconoscere che questi problemi trascendono le frontiere nazionali e di classe, toccando le vite di circa il 33% delle donne nel mondo.
Un mondo di molestie
Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), nel mondo una donna su tre subirà violenza sia fisica sia psicologica nella sua vita, molte di esse prima dei 15 anni di età.
Per molte donne di ambiente rurale il primo rapporto sessuale sarà, infatti, forzato. Di una prima esperienza sessuale non consensuale hanno riferito circa il 17% delle donne nella Tanzania rurale, il 21% in Ghana, il 24% in Peru, il 30% in Bangladesh e il 40% in Sudafrica.
La violenza tra le mura domestiche è ugualmente pervasiva, a livello globale. Uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità riporta che dal 22 al 25 per cento delle donne oggetto di sondaggio in città inglesi, messicane, nicaraguensi, peruviane e dello Zimbabwe hanno riferito che il compagno o il marito ha commesso forme di violenza sessuale contro di loro.
Globalmente, il 55% delle donne uccise sono morte per mano del proprio partner.
La violenza contro le donne assume diverse forme, variando dall’abuso psicologico all’aggressione sessuale, allo stupro, le forme di violenza presumibilmente commesse da Harvey Weinstein.
Sono considerate violenza di genere anche il delitto d’onore, le percosse, l’infanticidio femminile, la mutilazione dei genitali, lo sfruttamento, il matrimonio forzato e le molestie sessuali sul lavoro e a scuola.
I dati variano da nazione a nazione, dal 15% del Giappone al 71% dell’Etiopia, ma la violenza è, in effetti, un’esperienza onnipresente per le donne.
La violenza contro le donne nel mondo
La violenza di genere, che include l’aggressione sessuale, tocca le donne di ogni nazione e qualsiasi ambito socio-economico
La violenza sessuale è particolarmente diffusa nelle situazioni di crisi, come le zone di guerra, i campi profughi e gli scenari di emergenza umanitaria.
In questi ambiti, anche il personale umanitario non ne è immune.Dyan Mazurana e le sue colleghe della Tufts University hanno constatato come molte operatrici umanitarie in luoghi come il Sud Sudan, l’Afghanistan e Haiti sono state oggetto di aggressioni sessuali, spesso condotte dai loro stessi colleghi.
La violenza domestica per età
Entro i 19 anni di età, quasi il 30% delle donne nel mondo è stata abusata dal marito o compagno. Dalla mezza età, il dato arriva al 40%. Il calo per le donne dai 55 anni in su è probabilmente relativo a mancanza di dati, piuttosto che a una qualsiasi riduzione del rischio di violenza domestica.
Spiegare la violenza sessuale
Cosa c’è a capo di questo fenomeno così pervasivo? Le ricerche rivelano che le cause della violenza sessuale sono molteplici, sopra tutte le disuguaglianze di genere e la differenza di potere tra uomo e donna.
Per esempio, la violenza sessuale si registra più di frequente in culture dove la violenza in sé è largamente accettata e dove le credenze a favore dell’onore familiare, della purezza sessuale e del diritto maschile al sesso sono ben radicate.
Anche nelle nazioni più avanzate a proposito di disuguaglianza di genere, compresi gli Stati Uniti, le deboli sanzioni contro i colpevoli di violenza sessuale incoraggiano e in pratica perdonano questi comportamenti.
Anche il consenso culturale può fare la sua parte. Il comportamento sessualmente predatorio di Weinstein ha avuto lunga durata ed è stato ben conosciuto all’interno del mondo del cinema; ciò nonostante, gli è stato permesso di continuare impunemente i suoi abusi, almeno finché le donne non hanno iniziato a parlare.
Allo stesso modo, la Fox News ha rinnovato il contratto di Bill O’Reilly anche dopo che lui e l’azienda hanno dovuto addivenire ad almeno sei composizioni multimilionarie, con donne che lo avevano denunciato per molestie sessuali. Sembra che la consapevolezza di un problema sia una cosa; fare davvero qualcosa, un’altra.
Uomini con un basso livello di istruzione, o che sono stati a loro volta esposti a maltrattamenti o violenze familiari da piccoli, commetteranno con maggiore probabilità, a loro volta, violenza sessuale.
Questo perchéla violenza genera violenza, una relazione abbondantemente chiara nelle situazioni conflittuali dove operiamo. Gli stupri di massa sono stati largamente usati come arma da guerra, e ben documentati durante i conflitti nella Repubblica Democratica del Congo, in Colombia e nel Sud Sudan.
Tra i casi più significativi ci sono i genocidi del Ruanda e della Bosnia.Secondo l’Alto Commissariato dell’ONU per i Rifugiati (UNHCR), almeno 500.000 donne ruandesi sono state sistematicamente stuprate per scopi di pulizia etnica nel 1994, mentre decine di migliaia di donne e ragazze bosniache hanno avuto lo stesso destino tra il 1992 e il 1995.
Un trauma psichico
Dovunque e comunque accada, la violenza contro le donne e le ragazze pone un grande problema di sanità pubblica, per le donne e le loro comunità.
Circa il 42% delle donne che hanno subito violenza sessuale domestica hanno riferito anche di lesioni, come contusioni, escoriazioni, tagli, punture, fratture e ferite a orecchie e occhi, in conseguenza dell’abuso. Le donne sottoposte a violenza hanno anche 1,5 volte più probabilità di essere state infettate da malattie sessualmente trasmissibili, come l’HIV, la sifilide, la clamidia e la gonorrea, e due volte per ciò che riguarda il rischio di depressione e alcolismo, così come di avere un aborto.
La violenza contro le donne è anche strettamente associata al suicidio e all’autolesionismo.
Se c’è qualcosa di positivo negli scandali Weinstein, O’Reilly ecc., è che dozzine di donne, avendo preso apertamente posizione contro questi uomini molto in vista, hanno non solo aiutato a evidenziare la prevalenza di abusi sessuali negli Stati Uniti, ma anche i comportamenti sociali che riducono al silenzio le donne e permettono agli abusanti di continuare indisturbati a nuocere.
Le organizzazioni umanitarie, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità alle Nazioni Unite fino alla U.S. Agency for International Development, hanno constatato che la violenza di genere non è solo un problema femminile. Affrontarla significa lavorare con uomini e ragazzi, per contrastare una cultura di mascolinità patologica che incoraggia o tollera la violenza sessuale.
Dopo tutto, i diritti delle donne sono diritti umani, quindi la violenza sessuale è un problema che va risolto per tutti.
Il fatto è che le società con alti tassi di violenza sessuale sono anche di per sé molto violente e instabili. Alcuni studi mostrano che il migliore indicatore della serenità di una nazione è vedere quanto bene sono trattate le donne.