Fedeli, addio ad Anita Pasquali: "Una vita per i diritti delle donne"
"Sono stata alla camera ardente di Anita Pasquali per un ultimo saluto e un grazie di cuore a una preziosa amica che ci ha lasciati dopo una vita dedicata all'affermazione dei diritti delle donne e alla costruzione di una società italiana equa e di pari opportunità": lo scrive oggi sul suo sito web la ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli.Pasquali è scomparsa dopo una lunga malattia. Esponente del movimento delle donne nazionale e di Roma, è stata protagonista dell'affermazione positiva della specificità femminile nella società.Nata a benevento il 17 febbraio del 1930, per caso e per obbligo, in quanto il padre ufficiale postale veronese era in quella città confinato come antifascista, "anita", come da tutti era conosciuta, si è poi diplomata maestra e per tutta la vita si è impegnata da sinistra per la valorizzazione del ruolo della donna nella società italiana in trasformazione.Vitale e energica, ha sempre auspicato l'unità delle forze di progresso, ed il massimo dialogo e apertura a tutte le altre sensibilità e correnti culturali ed ideali, così come alle forze politiche del paese, ma confrontandosi apertamente e senza rinunciare alle proprie idee e posizioni.Iscritta dalla liberazione al partito comunista italiano, Anita Pasquali entrò anche nell'unione donne italiane, giungendo poi alla segreteria nazionale dell'udi. E' poi diventata membro del comitato centrale del Pci e vice responsabile della commissione femminile del Pci sotta la direzione di Adriana Seroni negli anni settanta. Eletta consigliera comunale del pci a roma negli anni del grande successo delle sinistre con i sindaci Giulio Carlo Argan e Luigi Petroselli e successivamente consigliera provinciale di Roma con il Pds e con i Democratici di sinistra, con alcune perplessità ha aderito poi al nascente Pd, rimanendo sempre legata alla sezione di via dei giubbonari, nel centro storico della capitale.Sostenitrice della necessità della trasversalità del movimento delle donne per cambiare la società, di tutte le battaglie per il divorzio, la riforma del diritto di famiglia, la libertà di scelta in tema di aborto, per la liberazione femminile e la parità, pasquali è stata tra le protagoniste di una stagione di rinnovamento e dei nuovi rapporti tra i sessi, senza estremismi: "sono una tra tante altre donne che hanno lottato e anche per chi non poteva farlo" - come affermava spesso -, e questo consapevole e profondamente rispettosa del suo ruolo come eletta e donna delle istituzioni. E' stata poi sostenitrice della soluzione positiva per individuare, a suo tempo, la sede della casa internazionale delle donne, e, negli ultimi anni, tra l'altro, è stata cofondatrice del circolo Udi-la goccia di roma.Anita pasquali lascia solo l'ex partigiano Giuseppe "Bepi" Dama, di cui per sessanta anni è stata compagna e poi moglie; anch'egli funzionario e dirigente di partito, a sua volta nell'ufficio di segreteria del pci e responsabile per dieci anni dell'istituto di studi intitolato a palmiro togliatti, più noto al grande pubblico come la località, "frattocchie".
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