Giornata mondiale contro la violenza sulle donne con il festival WeWorld
Tre giorni di talk, visioni, spettacoli teatrali e per la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne 2017 le testimonianze di chi ha avuto il coraggio di ripartire.
di Valeria Balocco - 22 Novembre 2017 - 15:00
In Italia ogni anno oltre 100 donne vengono uccise da uomini che sostenevano di amarle. E accanto alla strage dei femminicidi si aggiungono i dati delle donne picchiate, violentate, stuprate, maltrattate, sfregiate, colpite dai partner in nome di un presunto amore: 6 milioni 788 mila hanno subìto nel corso della propria vita violenze fisiche o sessuali che, stando agli ultimi dati Istat, sono pari al 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni. E a questo si aggiunge il preoccupante fenomeno dello stalking: quasi 3 milioni e mezzo in Italia, sempre stando ai dati Istat 2017, sono le donne che nell'arco della propria vita hanno subito stalking, ovvero atti persecutori da parte di qualcuno, il 16% delle donne tra i 16 e i 70 anni.
Numeri agghiaccianti anche perché pochissime hanno il coraggio di denunciare.
Nel 65% dei casi di violenza domestica i bambini vedono picchiare la propria mamma, esperienza che resta nei loro occhi e lascia un segno indelebile dentro di loro. In 1 caso su 4 i bambini che assistono a questa violenza passano dall’essere spettatori a vittime.
Ecco perché una giornata internazionale internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne - il 25 novembre - è un momento fondamentale. E a Milano proprio alla condizione femminile è dedicata l'ottava edizione del WeWorld Festival (24-26/11). Tre giorni di talk, visioni, spettacoli teatrali presso l’UniCredit Pavilion, dove si parla diritti delle donne.
Il Festival si apre con l’anteprima nazionale del film The Divine Order di Petra Biondina Volpe (Premio del Pubblico al Tribeca Film Festival 2016) che, ambientato nella Svizzera degli anni ‘70, racconta la battaglia pubblica della protagonista Nora per il suffragio femminile.
E con l’incontro con la scrittrice napoletana Valeria Parrella che presenta al pubblico il suo ultimo libro “Enciclopedia della donna. Aggiornamento”, un viaggio alla scoperta dell’evoluzione del ruolo femminile nella società e con
Il 25 novembre, in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, si farà il punto sul tema, su cosa è stato fatto, e su cosa ancora resta da fare, anche attraverso la testimonianza di donne che hanno subito violenza ma che hanno avuto la forza e il coraggio di ripartire.
Si parte con il documentario City of Joy di Madeleine Gavin che, dopo il debutto mondiale a New York, arriva a Milano per la première italiana. Il docu racconta la storia di un gruppo di donne ospiti del centro fondato dalla drammaturga Eve Ensler nella Repubblica Democratica Orientale del Congo, considerata il peggior posto al mondo in cui essere donne.
L’anteprima di City of Joy è un evento promosso in vista della grande mobilitazione One Billion Rising2018, la campagna ideata cinque anni fa da Eve Ensler ideata stando alla drammatica statistica UN per cui una donna su tre in tutto il pianeta viene picchiata o violentata nel corso della propria vita. Con adesioni di oltre 200 nazioni nel mondo e più di 100 città in Italia, One Billion Rising, Un miliardo di voci contro la violenza è diventato un appuntamento annuale, radicale e gioioso, per celebrare nelle strade e nelle piazze la volontà di porre fine alle guerre dichiarate sui corpi delle donne in tutto il mondo.
Altro appuntamento importante la proiezione, in prima mondiale, della nuova installazione video dell’artista Ciriaca + Erre Suspended Witches ambientato nei villaggi africani in cui sono esiliate le donne accusate di stregoneria. E la prima milanese dello spettacolo teatrale Ma che razza di Otello con l’artista Marina Massironi che racconta tra parole, satira e musica, le figure femminili del melodramma e della tragedia.
Perle ai porci, il collage materico di carta su tela opera di Chiara Corio. Qui viene ritratta Louise Brooks 1906-1985, ballerina, attrice,scrittrice statunitense, conosciuta ai più come Lulù, fu una diva del cinema muto del quale,ai tempi, divenne un’icona sessuale. All'età di nove anni, un vicino abusò sessualmente di lei. L'episodio ebbe conseguenze sulla sua vita e sulla sua carriera
Accompagna il Festival, per tutta la sua durata, la mostra dell’artista Chiara Corio Saranno le donne a salvare la terra; più di trenta opere ritrarranno altrettante donne simbolo di rinascita dopo la violenza.
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