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Diritti violati, la campionessa di scacchi non andrà in Arabia Saudita

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

 

Non potrà difendere il suo titolo Anna Muzychuk, la campionessa mondiale in carica di scacchi. Non per demerito suo né merito di un’avversaria. A muovere i suoi passi, o meglio, a fermare i suoi passi che mai giungeranno in Arabia Saudita c’è ben altro, una protesta clamorosa quando doverosa: la mancanza nel paese dei diritti fondamentali delle donne. Ha spiegato il suo gran rifiuto con un post su Facebook che sta facendo il giro del mondo, e con la solidarietà di sua sorella Mariya: anche lei scacchista, anche lei resterà a casa. “Non voglio portare l’abaya (la tunica d’ordinanza in alcuni paesi musulmani, ndr) e non voglio sentirmi una creatura di seconda categoria" ha scritto nel suo profilo la campionessa del mondo, annunciando il boicottaggio alla manifestazione iridata, che verrà disertata anche dalla sorella, altra scacchista d’élite. "Tra pochi giorni perderò i miei due titoli mondiali, uno ad uno. Solo perché ho deciso di non andare in Arabia Saudita, di non giocare con le regole di altri, di non mettermi l’abaya, di non dover andare per strada accompagnata con qualcuno, per, in sintesi, non sentirmi una persona secondaria. (Continua dopo la foto)

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Sono preparata a lottare per i miei principi e saltare questo mondiale, in cui avrei potuto guadagnare più che in una dozzina di competizioni messe assieme. Tutto ciò è assai molesto, ma la cosa più terribile è che a nessuno interessi”Al gesto della Muzychuk ha poi risposto un altro campione di scacchi, Hikaru Nakamura, che in un tweet ha scritto: "Organizzare un torneo di scacchi in un paese in cui i diritti umani fondamentali non sono presi in considerazione è orribile. Gli scacchi sono un gioco che unisce persone diverse, non un gioco che crea divisioni per la religione o il paese d'origine". (Continua dopo le foto)

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Nata in Russia e oggi residente negli USA, che nell'ottobre 2016 rifiutò di partecipare ai Campionati mondiali femminili di scacchi a Teheran, in Iran, a causa dell'obbligo di indossare il hijab anche in gara.La FIDE, la Federazione mondiale scacchi, ha ribadito che "i campionati sono un veicolo di promozione della pace e dell'amicizia fra le nazioni", e di avere trattato con l'Arabia per far sìOAS_RICH(‘Bottom’); che le donne in gara potessero indossare abiti abbottonati fino al collo al posto dell'abaya, una lunga tunica scura che copre l'intero corpo. Non abbastanza.

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