Chi è Angela Dimayuga la chef CONTRO Ivanka Trump
La giovane chef di origini filippine chef ha lasciato il ristorante che le ha dato la fama per dedicarsi alla cucina "attivista".
di Arianna Galati - 29 Dicembre 2017 - 14:30
Le cucine dei ristoranti sono un mondo dominato dai maschi. Siamo abituate a leggere di chef internazionali di successo (Gordon Ramsay, ce l’abbiamo con te), macchine da soldi, agguerritisimi personaggi pubblici (Carlo Cracco prontooo?). Siamo tristemente abituate a leggere di ascese e cadute degli chef famosi, che ultimamente entrano nelle indagini per molestie nei ristoranti, ma sempre sul pianeta Marte delle cucine. Le chef donne sono sempre un passo indietro: fanno forse meno rumore? Oppure tendiamo a ignorarle? Eppure la loro presenza è costante, dietro i fornelli e davanti ai riflettori. Antonia Klugmann a Masterchef ha mostrato le sue note fermezza e bravura, e in Italia nessuno ha mai detto una parola su Nadia Santini, una delle chef stellate italiane. Nel bene e nel male, intendiamo. Le chef donne italiane sono ancora un tabù per molti, ma qualcosa inizia a muoversi. Non da noi, ci mancherebbe: negli Stati Uniti, dove una giovanissima chef che sta lentamente riportando la cucina al femminile al livello di lotta politica per le dimenticanze del canone culinario. Ma non vuole essere vista solo come paladina dei diritti delle donne. Angela Dimayuga chef, 32enne di origini filippine che è diventata una star a scoppio ritardato e per motivi non solo culinari. Eppure sa cucinare eccome: i suoi piatti sono diventati simbolo di una creatività multiculturale enorme. E non solo. Ha detto di no ad Ivanka Trump che voleva ospitarla sul suo sito personale per un’intervista come simbolo di intraprendenza femminile. Non è stato un no qualunque, ma un NO con una potenza espressiva che è diventata virale. E lo ha fatto tramite social, Angela Dimayuga Instagram lo usa spesso come veicolo di sé. “Come persona omosessuale e di colore e figlia di genitori immigrati, non sono interessata a essere presente come figura ispirante di coloro che sostengono un marchio e un Presidente che furbescamente denigra il potere alle donne”. Jab secco a parole verso la First Daughter, e Angela Dimayuga è diventata una star dei social. Ma lei non vuole essere ridotta a semplice lottatrice dei diritti delle donne: “Non mi interessa essere una donna in un mondo professionale di maschi, ho molte sfaccettature” ha raccontato di recente a The Cutche le le ha dedicato un profilo corposissimo dopo aver già raccolto i suoi commenti all’epoca: “Sono stata sorpresa, non pensavo di ottenere tanta attenzione. Non mi era mai sembrato di dover identificare la mia sessualità o da dove vengo finora” ha aggiunto la chef, sottolineando il suo ruolo politico come donna e come lavoratrice nel mondo maschil(ista) della cucina.
Nata nel 1985 a San Jose da genitori immigrati dalle Filippine negli anni 70 e quinta di sei figli, Angela Dimayuga ha sempre amato cucinare. Il padre lavorava per McDonald’s, così la figlia imparò a conoscere i sapori del fast food americano alternandoli alla visione di show televisivi culinari: i suoi idoli erano Jacques Pépin e Julia Child sulla PBS e a 10 anni Angela Dimayuga stabiisce che vuole fare la cuoca nella vita. Per mantenere la borsa di studio a scuola, collabora nel bar e nella caffetteria del liceo, poi si laurea in studi umanistici (una delle opzioni era fare l’insegnante di inglese) ma sa che la sua vita è il cibo. La California non la convince, emigra a New York e a 22 anni entra come cuoca di linea al ristorante Vinegar Hill di Jean Adamson, che considererà sempre la sua mentore. Nonostante il piano di lavorare solo un anno per poi prendersi un periodo sabbatico, Angela resta al Vinegar Hill per tre anni e capisce cosa significa davvero costruire da zero, lanciare e tenere in piedi un locale di successo. “Era eccitante lavorare per Jean Adamson, la guardavo e la sostenenevo. Aveva un obiettivo, aprire il suo ristorante, e guardarla mentre lo faceva era di ispirazione” ha raccontato. E l’ispirazione c’è stata, perché dopo cinque anni al Mission Chinese Angela Dimayuga ha fatto le valigie lo scorso ottobre. Motivo? Dare fondo al suo ruolo di chef donna e politica. Non voleva più un capo sopra di lei, nemmeno il fido Danny Bowien con cui aveva sempre lavorato gomito a gomito. Sopratutto perché era Angela Dimayuga la vera mente di tutto il locale, del quale aveva curato il design di interni, il menu esotico, i collaboratori con un lavoro continuo ed estenuante di formazione. Gli esperti di food americani non hanno aspettato altro che i coltelli sfoderati tra i due, ma non sono mai arrivati. Silenzio costruttivo, sopratutto per lei, la chef: che ha scelto questo momento per godersi una specie di anno sabbatico, comunque creativo. Organizza feste lgbtq e prepara dolci glitterati, ma non si ferma e progetta anche libri di cucina, dice a Starchefs: “Voglio continuare a lavorare, quella parte dell’industria della ristorazione è importante per me. Vorrei aprire qualcosa, scrivere libri, esplorare il cibo filippino che è la mia eredità”. Radici personali, lotta politica, affermazione di identità e sessualità: Angela Dimayuga raccoglie in sé molte sfaccettature delle generazioni contemporanee. “Sono nata negli Stati Uniti e conosco molte persone filippino-americane della mia generazione che cercano di capire cosa significhi essere di due culture, per noi”. Lei ci sta provando a modo suo con quei no che definiscono ancora meglio l’importanza di essere, malgrado tutto, delle pioniere e paladine.
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