Bella, single e con i tacchi a spillo
Chissà perché sono cose che si chiedono sempre e solo alle donne. Mai un annuncio che preghi il candidato maschio di scolpire gli addominali, indossare il papillon, curare la barba, mettere le scarpe giuste. Mai una richiesta di lavoro che invochi, per il maschio, bella presenza, celibato, nessun figlio, sorriso smagliante. Invece per le donne, la storia è sempre quella. Che si tratti di fare la commessa o la parrucchiera, la cameriera o, perfino, com'è capitato a Caserta, l'avvocato.
L'annuncio sul sito
A uno studio legale della cittadina campana, infatti, è venuto in mente di pubblicare un annuncio sul sito bakeca.it per cercare un'avvocatessa da inserire nel team. Fin qui, nulla di strano. Comporre una squadra avendo attenzione a che ci siano sia maschi sia femmine può essere addirittura un valore. Fare un annuncio mirato su una donna ha un suo senso. Il problema è che la ricerca, al di là del genere, non era solo sui requisiti professionali, sull'esperienza di lavoro, sui titoli di merito, sul curriculum vitae. Ma anche sull'aspetto estetico e personale.
La strana richiesta
“Bella presenza, vestimento elegante consono a professione legale (tailleur, tacchi spillo etc). Si privilegiano donne single”. Questa la richiesta dello studio dell'avvocato Domenico Giannelli. Tailleur, tacchi a spillo, bella presenza. Ma deve fare la modella? E poi single, perché? E' un annuncio matrimoniale? Immediate le reazioni, soprattutto delle associazioni di tutela dei diritti delle donne. Il gruppo di Se Non Ora Quando ha denunciato il caso, chiedendo all'Ordine nazionale degli avvocati di intervenire. Al tempo stesso si sono registrati centinaia di commenti indignati sui social network, al punto che lo studio legale ha rimosso l'annuncio e fatto retromarcia.
“Solo una provocazione”
«La mia era una provocazione - ha spiegato l'avvocato al sito Giornalettismo - ho privilegiato sempre donne, ma non per secondi fini, solo perché mi sono trovato bene con loro per come lavoravano, per un fatto di organizzazione, non per altro. Ripeto: l’ho fatto come forma di provocazione: so bene che ci sono le leggi, le conosco perfettamente». «Volevo dimostrare provocatoriamente - ha insistito Giannelli - che c’è gente disponibile a rispondere a un annuncio del genere; di mail di risposta, infatti, me ne sono arrivate tante, ma io non vi ho mai dato seguito, e anzi ho rimosso l’annuncio. Di certo non pensavo che facesse così rumore».
Bella presenza
In realtà l'annuncio di Giannelli non era presente solo su Bakeca ma anche su Linkedin, dove l'avvocato casertano ha pubblicato una inserzione dello stesso tono, che è ancora visibile. “Ricerchiamo giovane avvocatessa – si legge nel testo - o praticante avvocatessa da inserire nella nostra struttura. Offriamo una seria formazione qualificata e, in caso di avvocato, un corrispettivo. Per praticanti: corrispettivo una tantum e rimborso spese. Requisiti richiesti: Bella presenza, vestimento elegante consono a professione legale, voglia di lavorare in gruppo. Si privilegiano donne single”. Sparisce il riferimento ai tacchi a spillo e ai tailleur ma resta il riferimento alla bella presenza (chissà perché si debba essere belle per fare le avvocatesse) e soprattutto alla condizione di single. Sposate o fidanzate non vanno bene? Perché?
Domande senza risposta
A questa domanda, Giannelli non ha risposto. Avrebbe, del resto, qualche difficoltà. Chissà se chiede la stessa cosa anche a qualche suo collaboratore maschio, per tornare alla domanda iniziale. Devono essere single anche gli avvocati dello stesso sesso? Anche a loro si chiede bella presenza e “vestimento” elegante e consono? E quale sarebbe? C'è un giudice della bella presenza? Si danno i voti? Di che colore devono essere gli occhi? E i capelli? C'è un prontuario con le forme fisiche, altezza, peso? In realtà, sotto questo annuncio, c'è una cultura precisa, che è sicuramente sessista e che chiede alla donna, non solo competenza, formazione, ma anche disponibilità a guadagnare meno, dare di più, e abbellire, nella migliore delle ipotesi, come un ornamento, il luogo di lavoro.
Tanti casi
Non riguarda, infatti, solo questo caso. Basta scorrere gli annunci di lavoro sulle rete e sui giornali per vedere come lo schema si ripeta sistematico, per ogni genere di professione. E sempre con riferimento alle donne. Bella presenza, anche per cameriere; bella presenza, anche per parrucchiere; bella presenza, per qualunque lavoro. Perfino una operatrice di call center, o la centralinista di uno studio medico. Come se dovessero tutte fare le modelle o le attrici. Una ossessione, a cui a volte si aggiunge la chiosa davvero incomprensibile sull'assenza di legami sentimentali.
Una cultura diffusa
E' la spia, evidentemente, di una cultura diffusa che in Italia assegna ancora alle donne il doppio della fatica e la metà dei riconoscimenti. Non è una sensazione, è un fatto. L'Italia è al 50esimo nella classifica stilata dal World Economic Forum sull'indice di disparità di genere. Ma nel mondo del lavoro, il posto diventa il numero 109. Le donne, a parità di ruolo e di competenza, guadagnano meno degli uomini. Questi ultimi mediamente percepiscono una retribuzione annua lorda di 30.676 euro, mentre le donne si fermano a 27.228 euro. gli uomini laureati guadagnano mediamente il 35,3% in più delle donne. Che si fanno strada più lentamente: solo il 28% dei ruoli dirigenziali è occupato da donne. Mentre resistono gli stereotipi familiari. Il 71% degli italiani considera che i compiti domestici spettano più alle donne che agli uomini. Il 57% degli italiani crede che una donna debba anteporre la cura dei figli al lavoro. Come meravigliarsi, quindi, se un annuncio per cercare un'avvocatessa contenga richieste da miss, più che da professionista?