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Claretta Petacci e le battute (a sproposito) di Gene Gnocchi

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Nel Paese dei vari Fiano, Boldrini e compagnia starnazzante, dove tutto e il contrario di tutto è lecito in nome di un “antifascismo da operetta” che si tinge ogni giorno di più di ridicolo, è perfettamente normale che un comico o presunto tale si permetta di offendere una donna stuprata, massacrata e appesa, da morta, a testa in giù. Una donna il cui unico torto è stato quello di amare l'Uomo più odiato dalle cosiddette “anime belle” (che belle non lo sono nemmeno un po') di ieri e di oggi.

E' accaduto infatti che tal Gene Gnocchi, in qualità di “comico”, intervenendo in diretta tv nella puntata del 16 gennaio del programma “Di Martedì”, commentando le immagini di un video che mostra una scrofa grufolante tra i rifiuti a Roma, abbia avuto l'idea di dire: “E' un maiale femmina. Si chiama Claretta Petacci”. Una battuta sottolineata dalle risate del conduttore della trasmissione Giovanni Floris e seguita, sui social, da una valanga di reazioni indignate e commenti (giustamente) tutt'altro che teneri indirizzati al suddetto “giullare del politicamente corretto”, che hanno in vario modo criticato l'offensivo e rivoltante riferimento alla donna che ha amato Benito Mussolini così tanto da decidere di morire insieme a lui.

Nonostante da quel sangue versato siano passati più di settant'anni, è purtroppo evidente (e la battuta di Gene Gnocchi è solo uno dei tanti esempi che si potrebbero fare in tal senso) che le anime marce nelle quale hanno trovato radici l'odio cieco e violento, che non si ferma nemmeno davanti alla morte, hanno continuato a nutrirsi di astio e risentimento.

All'offesa terribile rivolta a Claretta, in cui le risate del conduttore di “Di Martedì” appaiono gravi quanto le parole del “comico” ospite della trasmissione, è andato poi ad aggiungersi nelle ore successive, un ulteriore insulto. Il silenzio assordante di tutti i personaggi di solito pronti a dire la loro sull'importanza del rispetto dei diritti delle donne e a far piovere strali di indignazione su tutto quanto non risulta conforme al pensiero unico antifascista.

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