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La campagna elettorale low cost di Laura Boldrini

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Una campagna elettorale low cost, trasparente e partecipata. La presidente della Camera Laura Boldrini è pronta ad archiviare i vecchi riti della politica e nei prossimi giorni lancerà un innovativo progetto di crowdfunding per finanziare la sua corsa a Montecitorio. Elettori e simpatizzanti potranno partecipare con micro donazioni online a partire da due euro. Abolito il finanziamento pubblico ai partiti, oggi ci si candida anche così. L’appuntamento per presentare l’iniziativa è fissato tra una settimana all’Open di Milano: luogo di eventi e incontri - ma anche coworking e libreria - nella zona di Porta Romana. Lo slogan del progetto descrive già la sua essenza: #contasudime. Sarà una raccolta di mini contributi via paypal, spiegherà ai suoi sostenitori, per scongiurare ogni condizionamento esterno. Insomma, una garanzia di libertà.

Laura Boldrini parte dalla Lombardia, non è un caso. La presidente della Camera è candidata per Liberi e Uguali a Milano. All’uninominale la partita non è facile, se la giocherà nel collegio del centro. Una sfida tra donne che la vedrà contrapposta a Cristina Rossello, legale di Silvio Berlusconi nella causa contro l’ex moglie - anche se al momento la sua candidatura è a rischio per un errore formale durante la presentazione delle liste di centrodestra - e al deputato uscente Bruno Tabacci, in campo per il centrosinistra. Sono i quartieri della ricca borghesia cittadina, dove la Lega non è ancora riuscita a sfondare. In teoria un collegio contendibile, anche se restano da valutare le conseguenze del mancato accordo tra Liberi e Uguali e Pd . Nessun rischio, comunque. Anche in caso di sconfitta all’uninominale - come prevedibile per una forza politica al debutto - la presidente tornerà alla Camera. Come gli altri principali esponenti di LeU, il partito le ha garantito un posto da capolista al proporzionale. Correrà in quattro listini plurinominali, sempre in Lombardia.

Intanto gli impegni elettorali si infittiscono. L’agenda è piena di incontri, lo staff ha deciso di impostare una campagna elettorale sotto la luce dei riflettori. La presenza sui media è impegnativa. Da sempre attivissima sulle sue pagine social, da alcune settimane Laura Boldrini appare quotidianamente in radio o in televisione. Nel frattempo gira il territorio, alternando incontri ufficiali - fino a quando non sarà eletto un successore resta pur sempre la presidente di Montecitorio - e appuntamenti con i militanti. Solo pochi giorni fa era a Busto Arsizio, la città dove un gruppo di giovani leghisti ha dato alle fiamme un fantoccio che la raffigurava. Sabato prossimo sarà a Roma, dove interverrà all’iniziativa di lancio delle rete Futura, progetti in divenire. Mentre il giorno dopo a Milano lancerà la campagna di Liberi e Uguali in Lombardia. La sfida è complicata, non c’è tempo da perdere. La presidente è convinta che il 4 marzo Liberi e Uguali potrà raggiungere la doppia cifra. «Il mio auspicio è che si possa arrivare al 15 per cento», ha rivelato pochi giorni fa. Un obiettivo ambizioso, forse troppo. Ecco perché la campagna elettorale rappresenta un passaggio fondamentale per convincere delusi e indecisi.

Laura Boldrini ha un profilo politico nazionale, per questo le hanno chiesto di spendersi anche fuori dal suo collegio. La settimana scorsa, per esempio, era in Trentino Alto Adige. Ovunque il copione è lo stesso: foto ricordo con i candidati, pranzo al ristorante in favore di telecamere, interviste ai giornali locali. Intorno al collo, l’inconfondibile sciarpa rossa. È diventata quasi un portafortuna. Le è stata regalata a novembre da una delle 1.400 invitate a Montecitorio in occasione della giornata contro la violenza sulle donne. Da allora, raccontano, quella sciarpa è diventata il simbolo del suo impegno per la parità di genere. «Sto facendo una campagna incentrata sul tema dei diritti delle donne - ha confermato ieri a Radio Anch’io – Lavorerò su un piano straordinario per l’occupazione e l’imprenditoria femminile». Ovviamente il programma è più ampio. L’iniziativa del crowdfunding si lega inevitabilmente alle decisioni assunte in questi anni per sforbiciare le spese del Palazzo. Laura Boldrini ne ha fatto più volte un motivo di vanto. Stando agli uffici della Camera, nel corso della legislatura appena conclusa il bilancio dello Stato è arrivato a risparmiare fino a 350 milioni di euro. «Un risultato senza precedenti». E poi c’è la campagna contro la violenza sul web e le fake news, altro tema distintivo. Ma anche l’impegno, a partire dalla prossima legislatura, per approvare una legge contro l’omofobia e la riforma della cittadinanza.

La sfida elettorale è solo all’inizio. Sarà una partita da giocare tutta all’attacco. Dismessi i toni istituzionali, in questi giorni Laura Boldrini sta assumendo un profilo inedito. Al bando l’approccio politically correct, affronta gli avversari a viso aperto. Senza risparmiare polemiche e stoccate. Per chi l’ha seguita nei cinque anni da presidente di Montecitorio il cambio di passo è evidente. I rivali sono soprattutto due: la Lega e i Cinque Stelle. Boldrini non ne ha mai fatto mistero: nel collegio milanese avrebbe voluto sfidare proprio il leader del Carroccio. «Salvini fa politica da quando aveva 17 anni, che apporto ha dato al Pese?» lo ha punzecchiato pochi giorni fa in un intervento radiofonico a Un giorno da pecora. «Ogni tanto va nei campi rom, fa confusione, parla di ruspe, ma che contributo dà alla soluzione dei problemi? Se non ci fossero questi problemi di che parlerebbe?». Lo scontro si alza. Dopo il fantoccio bruciato a Busto Arsizio la presidente ha attaccato di nuovo il leghista. «In questi anni ha usato un livello massimo di volgarità e aggressività, se non di violenza, nei miei riguardi». Da una parte la Lega, dall’altra i Cinque Stelle. Ormai anche con loro la sfida è continua. Di Maio premier? «Secondo me non ha proprio la formazione, l’esperienza, la conoscenza», ha spiegato in una recente intervista. Laura Boldrini non ha mai nascosto i propri dubbi sul fenomeno pentastellato. All’interno di LeU rappresenta l’ala meno disponibile a una possibile alleanza. In tema di future, possibili, intese con i grillini, nelle ultime settimane ha rischiato persino di aprire una polemica con Pietro Grasso. «Le cose che ci dividono dai Cinque Stelle sono tantissime. Io non ho ancora capito cosa vogliono: cambiano continuamente idea, lo fanno a seconda dei sondaggi». Semmai la presidente è più possibilista rispetto a un confronto con il Partito democratico. Un dialogo da aprire dopo il voto e solo a certe condizioni, certo. Dopotutto il progetto politico di Giuliano Pisapia - di cui era era una delle protagoniste - partiva proprio da questa prospettiva.

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