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Il femminismo islamico, ecco la battaglia delle donne musulmane

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Gli occhi occidentali guardano il velo e storcono il naso: l'emblema della sottomissione femminile nell'Islam diventa, nel dibattito occidentale, quel quadrato di stoffa poggiato sul capo e sulle spalle, a rappresentare tutta l'ineguaglianza di genere della seconda religione più diffusa al mondo.

Amina Wadud il velo lo ha portato per libera scelta: lo ha indossato anche quando, nel 2005, ha guidato a New York la preghiera del venerdì di un gruppo misto, composto da uomini e donne. Scatenando un putiferio, nel mondo islamico (sul quale ha anche ironizzato su Twitter): inconcepibile che una donna svolga la funzione di imam, ruolo tradizionalmente  di esclusivo appannaggio maschile. 

Eppure, Amina ha basato il suo gesto provocatorio su Umm Waraqa, una donna che conosceva alla perfezione il Corano e che venne incaricata da Maometto in persona di trasmetterlo oralmente. Evidentemente, per Amina, né il Corano né Maometto vogliono promuovere una visione sessista dei ruoli di genere. E l'Islam, secondo alcune fedeli, può diventare addirittura uno strumento di liberazione femminile. 

Femminismo islamico

A rispondere all'idea secondo la quale l'Islam non sia conciliabile con l'uguaglianza di genere - difesa da alcune voci occidentali come dal fondamentalismo religioso - sono le donne stesse: la battaglia promossa dalle femministe islamiche è quella di rivendicare all'Islam stesso l'aver difeso i diritti delle donne, caldeggiando la sostanziale parità tra uomo e donna. Una convinzione radicata dalla rilettura del Corano:

O gente! Noi vi abbiamo creato da maschio e femmina e vi abbiamo fatto di voi popoli vari e tribù affinché vi conosceste a vicenda. Presso Allah, il più nobile di voi è colui che più Lo teme. 

I movimenti di liberazione femminile circolano nel mondo arabo fin dai primi anni del Novecento. In Egitto, con la pioniera Huda Shaarawi, la battaglia femminista si unisce a quella per l'indipendenza egiziana dalla Gran Bretagna. Huda fonda l'Unione Femminista Egiziana nel 1923 e la rivista L'Égyptienne due anni dopo. Il logo ritrae una donna mentre si spoglia del velo.

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