Il doppio lutto per lo Stato
Un'altra tragedia, questa volta a Cisterna di Latina. Una donna colpita alle spalle mentre, alle cinque e mezzo del mattino, si reca al lavoro in fabbrica. Le figlie, tredici e otto anni, vengono uccise poco dopo. Lui, l'assassino, è un carabiniere che non accettava la separazione. Si è così scritta un'altra pagina del libro nero sui diritti umani delle donne e dei bambini, delle bambine. Ora, mentre scrivo, Antonietta è in un coma profondo. Avrà la solidarietà di tante. Non è immaginabile il suo dolore al risveglio.
Ma il lutto per lo Stato è doppio. Quello per due innocenti morte e per una madre ferita. Quello per non aver saputo ascoltare Antonietta che aveva avanzato un esposto. Lei era una donna terrorizzata. Non era ancora una denuncia perché non voleva danneggiare un padre che aveva già avuto in passato problemi disciplinari. E allora, davvero non basta emozionarsi alla notizia salvo poi rubricare il dramma sotto il titolo che parla di un raptus.
Il femminicidio è una frattura dell'umanità che, come un'ombra terribile si proietta sulle vite e sul futuro. Istituzioni, governi, classi dirigenti sono responsabili di un ritardo enorme nel capire culturalmente e intervenire socialmente per contrastare molestie, persecuzioni, violenze.
Forse ripartire da un serio esame di coscienza, senza cercare assoluzioni, è il modo giusto per reagire. Se parliamo di Europa si mettano a confronto leggi, investimenti, misure preventive, le pene dei vari paesi, e si faccia della tutela delle donne minacciate un piano d'azione, efficace e permanente. Si investa sulla formazione, sui Centri e sulle Case delle donne. E poi, servizi e aiuti alle vittime. So che può apparire un aspetto minore, ma io dico che si deve ricostituire il ministero per i Diritti e le Pari opportunità, con maggiori fondi e deleghe. Sarebbe un aiuto prezioso per vedere, ascoltare e per intervenire. La legislatura alle spalle è iniziata con il recepimento della Convenzione di Istanbul. Quella che sta per nascere ha il dovere di aggiornare norme e programmi così da promuovere, nella concretezza del giorno dopo giorno, il valore della libertà e della vita.
Se penso a Antonietta e a altre prima di lei, a quante nel mondo pagano il prezzo della libertà fino agli stupri etnici o alla prigionia, sento ancora più stridente l'uso delle tragedie per depistare. Mentre ciò che serve è una riflessione profonda che riguarda molti uomini e chiama in causa l'indifferenza della società. Sarà un cammino lungo, ma dobbiamo vincere perché ogni donna è una di noi. Nell'anno di grazia 2018 guardare lontano significa semplicemente rinnovare un patto con le donne. Facciamolo nel solco attuale di quell'articolo tre della Costituzione su cui intervenne un emendamento della più giovane delle Costituenti, Teresa Mattei, che insistette sulla tutela "di fatto" del principio di uguaglianza.
Oggi, Linda Laura Sabbadini ci racconta, dati alla mano, come un New Deal per l'Italia, per il lavoro, per la dignità di tutti possa avere un nuovo inizio dal riconoscimento pieno dei diritti delle donne. E, se posso essere sincera, nel mio umile viaggio elettorale ancora una volta ieri a Milano, più tardi a Triuggio e a Novate, come nelle precedenti settimane, ho avuto la conferma di donne giovani e meno giovani, creative, capaci di evocare la parola pace, amanti della cultura, dell'ambiente, delle nostre città.
Donne animate da curiosità, con fatiche sulle spalle. Sono loro la prima riserva di talento che questo paese ancora non vuole vedere e non sa amare. Poi lo so, la perfezione non è di questo mondo e neanche nelle donne, però che sciupio non capire la ricchezza che esiste e non cogliere quanto può dare.
Ps: Avviso ai naviganti. In Lombardia e nel Lazio, nelle elezioni regionali, c'è la doppia preferenza donna/uomo. Usiamola.
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