Finalmente parlare di ciclo mestruale non è più un tabù
Elise Thiébaut, giornalista e autrice di racconti e libri dedicati ai diritti delle donne, ha scritto un libro rivoluzionario, che scardina molti pregiudizi e fa luce su quello che è diventato un argomento tabù, ovvero il ciclo mestruale.
In ''Questo è il mio sangue'', pubblicato fra l'altro dalla casa editrice Einaudi, le mestruazioni hanno pieno diritto di essere raccontate, esibite con orgoglio, a dispetto di tutti coloro che storcono la faccia quando ne sentono parlare.
Il sangue mestruale è "un segno di ovulazione e quindi di fertilità", dona la vita e non deve essere demonizzato. Addirittura, sin dai tempi di Plinio il Vecchio, si narrava che questo flusso fosse nefasto, che inacidiva il mosto, che facesse cadere i frutti dall'albero e tutto questo al solo passaggio di una donna che ne era colpita una volta al mese. Per chi, infatti, volesse approfondirne la lettura, in ''Storia naturale'' sono presenti molti aneddoti che esplicano il fenomeno.
Perché, a dire il vero, di fenomeno si tratta o fenomeno è diventato. Quando poi è una cosa naturalissima che fa parte del ciclo vitale di una donna. Senza di esse non si potrebbe generare un figlio e continuare la specie.
Oggi si parla, addirittura, di diseguaglianza mestruale poiché le donne che hanno le mestruazioni sono oggetto di tabù in un mondo dove il dominio patriarcale è la norma. Il rituale del menarca segna il passaggio all'età adulta e, invece, molte giovani donne devono quasi vergognarsi di parlarne per evitare che si gridi allo scandalo.
Infatti, in alcuni Paesi come l'India, il Nepal o il Kenya non si ha accesso agli assorbenti a un prezzo ragionevole e molte ragazze non possono andare a scuola perché non sanno come tamponare quel flusso abbondante e tocca loro coprirsi con foglie secche, fango o pelli di animali. Un'ingiustizia che fa orrore.
Ma cosa spaventa veramente? Perché non se ne fa menzione così spesso?
L'avere un tot di assorbenti al mese per potersi prendere cura del proprio corpo è un diritto, non un lusso. E addolora quanto questo sia considerato un discorso da piano B. Ancora oggi, nel XXI secolo, siamo costretti a parlare di cose che ormai dovrebbero essere considerate ovvie. Sulla salute non si scherza. Non si può morire dissanguate solo perché la situazione non interessa ai signori potenti. E il potere decisionale che spetta ad una donna dove sta?
Una donna ha diritto di avanzare le sue richieste, ha diritto di stare male quella volta al mese, di soffrire della SPM (sindrome premestruale) che colpisce moltissime donne al mondo, ha il diritto di dire che i crampi di cui soffre sono dolorosissimi e che, a volte, il dolore incessante è simile ad uno stillicidio che difficilmente si sopporta se non si è aiutate da qualche farmaco.
Ecco perché il libro della Thiébaut non può cadere nell'oblio, ma deve essere diffuso nelle scuole, nei centri di dibattito, portato alla luce per sensibilizzare l'opinione pubblica su un argomento, le mestruazioni, che non riguarda solo le donne, ma soprattutto gli uomini.