Angelino Alfano al Palazzo di Vetro per sicurezza e diritti delle donne – La Voce di New York
All'ONU, durante il meeting sulle attività dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, Alfano fa il discorso d'apertura, parlando di immigrazione, diritti umani, diritti di genere, sicurezza e molto altro. Ma sarà la sua ultima volta all'ONU da Ministro degli Esteri? Per ora, Mattarella permettendo, sembra di sì. Ma chissà cosa lo aspetta dopo.
L’8 marzo 2018 c’è stato il meeting annuale al Consiglio di Sicurezza sulle attività dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE). Alfano, attualmente presidente dell’Organizzazione, si trovava al Palazzo di Vetro per introdurre la seduta del meeting e fare il punto della situazione.
L’OSCE è la più grande organizzazione internazionale orientata alla sicurezza. E’ formata da 57 paesi, e ha materie di competenza varie, tra cui il controllo delle armi, la promozione dei diritti umani e elezioni democratiche.
Durante il suo discorso, il Ministro degli Esteri ha parlato di lotta alla corruzione, uso scorretto di internet, implementazione della Agenda 2030, 70esimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, immigrazione, human trafficking, ma soprattutto ha posto l’accento sulla lotta alla parità di genere, che già aveva enfatizzato stamattina (8 marzo) nel discorso per la giornata mondiale delle donne. “Le donne come protagoniste del cambiamento, della risoluzione pacifica dei conflitti, della lotta contro la povertà”, aveva detto.
Al meeting, ha detto che “quest’anno è un anno speciale, perché segna il settantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Difendere e promuovere i diritti umani è un’importante precondizione per una pace durevole, per la sicurezza e lo sviluppo sostenibile”.
“Allo stesso tempo”, sottolinea riguardo al problema immigrazione, “rimaniamo convinti di voler definire una cornice che garantisca una sicura e regolare migrazione, basata su responsabilità condivise e solidarietà internazionale. E’ cruciale che vengano coinvolti i paesi di origine, di transito e destinazione allo stesso tavolo”.
A proposito di discriminazione, “la lotta a tutte le (sue) forme è un’altra principale priorità per l’Italia”. Ma la OSCE sta anche dedicando “particolare attenzione alle minacce transnazionali come il terrorismo, la radicalizzazione, il taffico illecito di armi, le droghe, i beni culturali e rifiuti pericolosi; il collegamento tra terrorismo e crimine organizzato, il riciclaggio internazionale del denaro, e le fonti di finanziamenti ai gruppi terroristici. Anche combattere la corruzione è centrale nella nostra agenda, perché la corruzione affetta gravemente la legislazione e mina la relazione – costruita sulla fiducia – tra i governi e i cittadini”.
Sembra ironico che a fare un discorso del genere sia proprio Angelino Alfano, e proprio ora. Probabilmente, fiutando l’odore della sconfitta si è defilato prima delle elezioni senza ricandidarsi, quasi a puntare ad un ruolo più neutro e volersi tenere a galla mentre la casta politica con cui ha lavorato finora ha incassato un brutto colpo.
Alla fine del briefing non ha voluto parlare con i giornalisti, ma ancora non si capisce bene se ci abbia ignorato facendo la parte dell’anatra zoppa o della volpe che deve ancora capire bene la prossima mossa. Intanto, la prima, di mossa, l’ha fatta bene, saltando giù dal carro dei perdenti prima che le cose si mettessero male.
Comunque, è molto probabile che si trovasse all’ONU per l’ultima volta, come Ministro degli esteri. Ma questo dipende da Mattarella; riuscirà a trovare la giusta quadra del governo? Nel caso contrario è un peccato, l’inglese di Alfano stava giusto migliorando.