Jared e Josh, vite incrociate dei fratelli Kushner (e delle loro compagne star)
«Anche noi abbiamo i nostri principini», sorride Maureen Dowd sul New York Times dell’antica, freudiana invidia Usa per la corona britannica. Se gli inglesi si appassionano alle gravidanze di Catherine duchessa di Cambridge, gli americani ci provano con la nuova dinasty di Casa Trump. A Londra i trentenni William e Kate, Harry e Meghan. A Washington Jared e Ivanka, Josh e Karlie. Ma è un gioco di rispecchiamenti sempre più faticoso.
Jared e Ivanka, l’istituzione «Javanka». Giovani e di successo, erano l’ultima speranza dei liberal travolti dall’elezione di Trump alla presidenza. La figlia Ivanka, 36 anni, con il marito Jared, 37, vicinissimi a Donald ma star degli ambienti aperti e progressisti della buona società newyorchese. Inevitabilmente coinvolti nel sistema di potere nepotistico che fioriva tra le congiure di palazzo a Washington, hanno visto pian piano appannarsi la loro immagine glamour — ritrovandosi invischiati nel «Russiagate» – lui – e accusati di arroganza – lei. Anche nel cerchio magico oggi non sono più al centro.
Josh e Karlie, gli antisistema. Joshua Kushner, 32 anni, fratello di Jared, ha fondato una società d’investimenti che vale miliardi di dollari, Thrive Capital, e la Oscar Assicurazioni che in pratica ruota intorno alla riforma sanitaria dell’ex presidente Barack Obama — quella che Trump vuole semplicemente cancellare dalla Storia. Distante dal pensiero dominante alla Casa Bianca almeno quanto la compagna, la super modella e blogger 25enne Karlie Kloss che, oltre a lanciare campi estivi per ragazze appassionate di coding, non ha esitato a scattarsi un selfie mentre votava Hillary Clinton, né a posare su Instagram con il cartello «Caricate le menti, non le pistole». Alla grande marcia contro le armi dello scorso 24 marzo c’erano anche Karlie e Josh, che alla causa hanno donato 50 mila dollari.
Dall’autoproclamata paladina dei diritti delle donne Ivanka, raccontano le cronache, Karlie si sarebbe aspettata maggiore solidarietà femminile nella faida interna alla famiglia Kusher. I suoceri Seryl e Charles, figli di sopravvissuti alla Shoah, hanno sempre spinto molto per far convertire le ragazze all’ebraismo. Ivanka ha acconsentito, Karlie no.
Coppie incrociate, specchio di una società sempre più polarizzata, conclude Dowd, «immagine perfetta di un Paese dove ormai tutti si osservano dall’alto di barriere insormontabili».
1 aprile 2018 (modifica il 1 aprile 2018 | 14:24)
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