Pay gap: in Inghilterra le aziende devono pubblicare report sulle differenze salariali tra uomo e donna. Ecco i risultati
Il rapporto sulla disparità salariale nelle industrie e società inglesi con più di 250 persone (circa 1/3 del totale) è stato pubblicato nei giorno scorsi e i dati sono difficili da ignorare.
Il campione di disparità è Goldman Sacks, la famosa banca d’affari, dove il salario medio femminile è inferiore del 56% rispetto a quello maschile. Attenzione si parla di salario medio. Non significa che tutte le donne prendono il 56% meno dei colleghi maschi. Con ogni probabilità la disparità a livello medio basso è inferiore. Il dato così eclatante significa piuttosto che non ci sono donne nei ranghi più alti e più pagati dell’organizzazione.
La stessa cosa succede a EasyJet, la linea aerea low cost con sede a Londra (fino alla Brexit, poi si trasferiranno in Austria). In questo caso, la differenza è del 52% ed è dovuta al numero esiguo di piloti donne. Infatti, in una compagnia aerea sono i piloti ad essere i più pagati. Parallelamente alla pubblicazione dei dati, EasyJet ha annunciato di voler triplicare il numero di donne pilota e il Direttore Generale ha detto che si taglierà lo stipendio del 4,6% per avere lo stesso salario della donna che lo ha preceduto.
Nel grande studio di avvocati Mills & Reeve, la differenza è del 32%, ma in questo caso sono stati i clienti più importanti a richiedere di avere più donne tra gli avvocati che curano gli interessi delle loro aziende.
A livello nazionale, in Inghilterra, la disparità salariale è del 18%, dieci punti meno di quanto fosse 20 anni fa, ma sempre alta. Le donne inglesi hanno iniziato una campagna di sensibilizzazione su Twitter con lo hashtag #PayMeToo per scambiarsi i dati sui loro salari, dati che sono sempre stati considerati confidenziali perché soggetti a negoziazione diretta tra lavoratori e datori di lavoro. Solo con i dati reali in mano si potranno iniziare azioni concrete per fare rispettare i diritti delle donne.
Certamente non è solo con la trasparenza che si riuscirà a colmare rapidamente il gap tra i salari maschili e quelli femminili, ma avere coscienza dell’entità del problema (e provare un po’ di sana vergogna) è un buon inizio