non ci fidiamo più, partito in mano a uomini
Roma, 11 apr. - Quattrocentosessanta donne Pd scrivono un documento per criticare quella che ritengono una gestione troppo al maschile del partito e provocano la risposta delle colleghe più vicine a Matteo Renzi, che parlano di "toni sorprendenti".
Il documento "Towandadem" (citazione presa in prestito dal film "Pomodori verdi fritti") è promosso da Francesca Puglisi de parte da un confronto in termini di "quote rosa" tra Pd e gli altri partiti: "Nella scorsa legislatura, anche grazie alle primarie con la doppia preferenza di genere, eravamo il gruppo più rosa del Parlamento. Abbagliate dal primo Governo con il 50 e 50, ci siamo fidate. Abbiamo pensato: è fatta. Un errore politico fatale che non ripeteremo mai più".
Ora, continuano, il Pd è "sovrastato nella rappresentanza femminile parlamentare dal Movimento 5 stelle e dalla destra". Peraltro, "mentre chi ha vinto le elezioni affida la leadership dei gruppi parlamentari e le cariche istituzionali alle elette, nel Pd un gruppo dirigente sempre più chiuso e muto si trincera in delegazioni e 'trattative' di soli uomini". La conclusione è netta: "Chiediamo che le Regioni in cui governa il PD introducano la doppia preferenza di genere nelle proprie leggi elettorali". E poi: "Vogliamo essere protagoniste della necessaria fase costituente del Partito Democratico a cominciare dall'effettiva rappresentanza paritaria ad ogni livello, ispirata a merito, competenze e rappresentantività politica territoriale, piuttosto che a logiche di fedeltà politica".
Replicano Silvia Fregolent, Teresa Bellanova, Titti Di Salvo, Chiara Gribaudo, Raffaella Paita, Valentina Paris, Ileana Piazzoni, Flavia Piccoli Nardelli, Alessia Rotta: "Stupiscono i toni contenuti nell'appello firmato da alcune donne del Pd, che vorrebbe addirittura paragonare il nostro partito a realtà politiche, come M5s e Lega, che sono quanto di più lontano possa esistere oggi in Parlamento non soltanto dalla difesa dei diritti delle donne, ma anche dai principi democratici".
Secondo le parlamentari più vicine a Renzi, si tratta di una "polemica che fa male al nostro partito, unico ad aver dimostrato alla prova dei fatti di tenere veramente a diritti e pari opportunità. A cominciare proprio dalle norme antidiscriminatorie che il Pd ha voluto fossero inserite nelle leggi elettorali per parlamento italiano ed europeo. Del resto, proprio il governo Renzi è stato il primo in Italia ad avere metà ministri uomini e metà donne, affidando per la prima volta ad una donna un ministero come quello della Difesa e scegliendo Federica Mogherini per il ruolo di commissaria europea".