Infibulazione: contro le mutilazioni, ActionAid ci fa sperimentare virtualmente l’orrore | Salute
Entrare nei panni di Leila, una bambina che sta per subire mutilazioni genitali femminili (Mgf) e scoprire come poter fermare questa pratica fortemente lesiva dei diritti delle donne. È questa la proposta di ActionAid che sabato 5 maggio lancerà la campagna di raccolta fondi «Non mi volto», che invita a sostenere a distanza le bambine che vivono nei paesi del mondo in cui le Mgf vengono ancora praticate.
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In piazza Gae Aulenti, a Milano, sarà allestita una capanna all’interno della quale i presenti potranno entrare e ascoltare la storia di Leila, «vivendo» con lei i momenti che precedono la realizzazione della pratica e scegliendo poi di poter cambiare il suo futuro e quello di tante giovani donne.
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L’iniziativa vedrà la partecipazione della regista Maria Sole Tognazzi, del direttore della Mostra del Cinema di Venezia Alberto Barbera e dell’attrice Giulia Bevilacqua che proveranno in prima persona l’esperienza di realtà virtuale. Interverranno, inoltre, Pierfrancesco Majorino, assessore Politiche sociali, salute e diritti del Comune di Milano e Beatrice Costa, responsabile del Dipartimento Programmi di ActionAid Italia.
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Ancora oggi almeno 200milioni di donne e bambine subiscono mutilazioni genitali femminili in 30 paesi del mondo. Di queste, circa 44 milioni sono bambine e adolescenti con meno di 14 anni. Le zone più interessate da questo fenomeno sono l’Africa sub-sahariana, alcune parti del Medioriente e dell’Asia. Sebbene molti Stati abbiano varato leggi nazionali che vietano la pratica e dal 2008 oltre 15mila comunità abbiano dichiarato di averla accantonata, l’attuale tasso di abbandono delle mutilazioni genitali femminili non è abbastanza elevato da controbilanciare la crescita della popolazione, con il rischio che i casi assoluti di Mgf possano aumentare nei prossimi anni.
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